(Bice Portinari) La donna cantata da Dante, di cui si ammette generalmente l’esistenza storica: probabilmente, come attesta anche Pietro, figlio di Dante, si tratta della figlia di Folco Portinari, le cui case erano prossime a quelle degli Alighieri, andata sposa in anno non precisabile a Simone de’ Bardi e morta l’8 giugno 1290.
Le vicende idealizzate dell’amore sono raccontate da Dante nella Vita nuova e riappaiono di scorcio nella Divina Commedia, nella quale la donna, senza cessare d’essere umanamente tale, è anche simbolo della Teologia. Quando l’uomo traviato ha riconquistato il suo libero arbitrio e quindi la sua felicità terrena mediante la Ragione umana, rappresentata da Virgilio, la Teologia si sostituisce a questa come guida di lui, per condurlo di cielo in cielo, di rivelazione in rivelazione, sino all’Empireo, cioè alla felicità celeste. Non occorrerà altro che uno slancio d’amore, la preghiera di s. Bernardo e di tutti gli altri beati, perché l’uomo possa giungere alla perfetta cognizione di Dio.