Giacomo Della Chiesa (Genova 1854 - Roma 1922). Laureato in giurisprudenza nel 1875, ordinato sacerdote nel 1878, seguì il Rampolla alla nunziatura di Madrid (1883-87) e poi alla Segreteria di stato come minutante e dal 1901 sostituto. Creato (1907) da Pio X arcivescovo di Bologna, elevato alla porpora nel giugno 1914, il 3 settembre veniva eletto pontefice. Nelle difficili circostanze della guerra, pur con qualche oscillazione, si sforzò di portare la pace, serbandosi insieme imparziale fra i belligeranti: e il 1º agosto 1917 presentava ai capi degli stati in guerra un programma di pace con l'invito di sostituire "alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto". Ma la diminuzione degli armamenti e l'istituzione di un arbitrato obbligatorio, la libertà dei mari, il condono reciproco delle spese di guerra, il regolamento delle questioni territoriali secondo le aspirazioni dei popoli, e gli altri punti del programma non furono accettati dai belligeranti, mentre la sua definizione della guerra come "inutile strage" suscitò sospetti e diffidenze, specie in Italia. Cercò di alleviare le sofferenze intervenendo a favore delle popolazioni civili, dei prigionieri e dei feriti, e dopo la fine del conflitto si adoperò per agevolare le sistemazioni di pace. In sede più propriamente religiosa, si prodigò per il ritorno alla comunione con Roma dei cristiani separati e particolarmente degli ortodossi (del 1917 è la creazione della Congregazione per la chiesa orientale) e respinse ogni "nazionalismo missionario", affermando i diritti dell'autoctono contro ogni forma di assimilazione, preoccupato che il missionario non rappresentasse la longa manus del potere coloniale. B. XV si occupò molto dei seminarî; canonizzò Giovanna d'Arco, ciò che rese più facile la ripresa delle relazioni con la Francia; né tralasciò la questione dei rapporti fra Stato e Chiesa in Italia (colloqui parigini Orlando-Cerretti). Tomba in S. Pietro, di P. Canonica.