BERLINO
BERLINO (ted. Berlin)
Capitale della Germania. Nel Medioevo B. era costituita da due città, Berlin e Cölln, separate dal fiume Sprea. L'origine dei nomi delle due città non è stata chiarita; esse si trovavano nel territorio dei margravi di Brandeburgo e facevano parte della diocesi omonima. Dopo le vaste demolizioni ottocentesche, la struttura medievale di B. fu definitivamente cancellata dalle distruzioni della seconda guerra mondiale e dai successivi lavori di ricostruzione. Oggi all'impianto medievale della città è sovrapposta una nuova rete stradale: per quanto riguarda Berlin, si conservano solo rare testimonianze architettoniche (con pochi elementi effettivamente risalenti a età medievale), isolate dall'originario contesto urbanistico, mentre per quanto riguarda Cölln non vi è alcuna sopravvivenza architettonica medievale.Architettura e urbanistica. - L'attuale area della città comprende anche località e villaggi un tempo indipendenti, talvolta di fondazione più antica rispetto alla stessa Berlin-Cölln, che conservano importanti edifici e opere d'arte di epoca medievale. Non è stato tramandato nessun documento sulla fondazione delle città, né alcun privilegio relativo al diritto civico. La loro elevazione al rango di città avvenne probabilmente sotto il margraviato dei fratelli Giovanni I e Ottone III, intorno al 1230. Documentariamente le città sono attestate dalla menzione del prevosto Simone, nei documenti del 28 ottobre 1237 ("Symeon plebanus de Colonia") e del 26 gennaio 1244 ("dominus Symeon de Berlin prepositus"). Solo nel 1251 Berlin viene nominata come civitas.Il più antico sigillo di Berlin risale al 1253; in uno del 1280 compare la figura di un orso, ancora oggi presente nello stemma della città. Nel 1261 viene menzionata la civitas Coloniensis. Il primo sigillo di Cölln, del 1321, reca l'iscrizione "Colonie Marchionis Brandeburgensis", sicuramente per distinguere la città da Colonia sul Reno.La prima notizia accertata di un soggiorno a B. del signore locale risale al 1280; solitamente egli era rappresentato in città da un sindaco, di cui si fa menzione per la prima volta il 29 aprile del 1247, con il termine di scultetus Marsilius. Nel 1443, in seguito alla perdita dell'autonomia cittadina, avvenuta nel 1442, il margravio Federico II Hohenzollern fece costruire a Cölln una fortezza (più tardi detta Stadtschloss), utilizzando una parte della cinta muraria. Dopo una prima parziale distruzione durante la seconda guerra mondiale, lo Stadtschloss venne completamente demolito nel 1950-1951.Nella più antica pianta della città doppia di Georg Memhardt (del 1650, stampata nel 1652) si può osservare - dato confermato dagli scavi degli ultimi decenni - che il centro dell'insediamento di Berlin si trovava presso la chiesa di St. Nicolai (menzionata nel 1264, od. Märkisches Mus.), dove era situato l'olden markt (od. Molkenmarkt), e quello di Cölln presso la chiesa di St. Petri (menzionata nel 1285 e distrutta da un incendio nel 1730), a cui parimenti era prossimo un mercato. In seguito a un organico piano di ampliamento, B. venne dotata di una terza piazza commerciale, il neuer markt (menzionato nel 1326). La chiesa di St. Marien (menzionata nel 1292) è l'unica risalente al periodo medievale ancora oggi adibita al culto. Ricostruita in parte, dopo l'incendio del 1380, come chiesa 'a sala' in laterizio a tre navate con coro pentagonale, essa conserva anche alcuni elementi dell'arredo originario; la torre è stata conclusa in forme neogotiche nel 1789-1790 da Carl Gotthard Langhans.Le chiese e i mercati erano situati su colli, pertanto in posizione emergente nei confronti delle zone circostanti. I più antichi resti delle mura, presso la chiesa di St. Nicolai, risalgono alla prima metà del 13° secolo. Le sepolture cristiane rinvenute in questa zona fanno parte di un cimitero di epoca precedente, scomparso in seguito sotto nuove costruzioni. Nel 1319 è ricordata una cinta muraria con fossato, di cui rimangono solo pochi resti. Queste mura racchiudevano una superficie di ha 47 ca. per la parte di Berlin e 23 per la parte di Cölln, corrispondente a meno dell'1% dell'area occupata dalla Grande B. negli anni Venti. La cinta aveva cinque porte principali: di Spandau, di Oderberg, di Stralau, di Köpenick e di Teltow.Le due città erano unite da due ponti: l'agger molendinorum (1298), così detto per la presenza di almeno due mulini, documentati nel 1285, e la neue (lange) brücke, della seconda metà del 13° secolo. Oltre alle tre parrocchie già menzionate si trovavano a B. le chiese pertinenti ai complessi degli Ordini mendicanti: quella del Graues Kloster dei Francescani (menzionata nel 1271, oggi in rovina) e quella domenicana di St. Paul (menzionata nel 1297, distrutta nel 1747). Una sinagoga è ricordata per la prima volta nel 1350. In seguito furono edificate case per l'assistenza ai poveri e agli ammalati: lo Heiliggeisthospital (nominato nel 1288), conservatosi in parte, che si trovava, in quanto istituzione civica, intra muros civitatis (1319); il Georgenhospital, situato all'esterno delle mura (menzionato nel 1278 e nel 1288 come domus leprosorum); il Gertraudenhospital, anch'esso fuori dalle mura (degli inizi del sec. 15°, distrutto nel 1881 e oggi ricordato dal toponimo Spittelmarkt) e la casa delle Beghine (menzionata nel 1295).Le chiese, orientate, si disponevano in asse diagonale rispetto alla rete stradale a maglie ortogonali, regolata sul rapporto tra il corso del fiume e i due ponti. Le menzioni documentarie forniscono un punto di riferimento solo approssimativo riguardo alla cronologia dei monumenti, la cui fondazione dovette essere probabilmente ben più antica dei documenti che li riguardano. In base ai dati archeologici e storici si è potuto ricostruire con una certa sicurezza l'aspetto romanico della chiesa di St. Nicolai. Si doveva trattare di una basilica a tre navate su pilastri, con transetto sporgente, tre absidi semicircolari a E e un corpo occidentale che raggiungeva una lunghezza complessiva di m. 56. Di essa si è conservata solo l'imponente struttura del corpo occidentale, in conci di pietra, che probabilmente serviva anche come torre di rifugio (le cuspidi furono realizzate nell'Ottocento e ricostruite nel Novecento, dopo i danni bellici). Tra il 1265 e il 1280 l'antica basilica venne sostituita da una chiesa 'a sala' in laterizio di quattro campate.A causa della loro amministrazione autonoma, tale con ogni probabilità già nel sec. 13°, le due città ebbero ciascuna un proprio palazzo pubblico. La Gerichtslaube del municipio di Berlin, caratteristica architettura gotica in laterizio, venne smantellata solo nel 1871 per essere rimessa in opera un anno più tardi, con alcune aggiunte, nel parco del castello di Babelsberg (Potsdam), mentre il corrispondente palazzo di Cölln fu distrutto completamente nel 1899. Dopo l'unione amministrativa delle due città (1307) venne edificato un municipio comune (menzionato nel 1342), sulla neue brücke (citato nel 1442 come up der Sprew). Fra i consiglieri vi era un dominus fabrici.Due disastrosi incendi, nel 1376 e 1380, distrussero quasi completamente entrambe le città. In seguito ai lavori di ricostruzione, la chiesa di St. Nicolai fu dotata da prima di un nuovo coro 'a sala' con deambulatorio e cappelle radiali, di notevole modernità e livello qualitativo, e quindi, alla metà del sec. 15°, anche di un nuovo corpo longitudinale. Dell'edilizia civile privata non si è conservato nulla dopo la demolizione, nel 1889, dell'ultima testimonianza ancora superstite risalente al sec. 14°, la casa dei Blankenfelde, importante famiglia di consiglieri cittadini. Resta evidente tuttavia che la sua felice posizione, all'incrocio delle vie fluviali e di terra del territorio compreso tra l'Elba, l'Oder e il Baltico, assicurò a B. una solidità economica che senza dubbio dovette manifestarsi anche nell'immagine urbica. Nel complesso, però, la cultura cittadina della B. medievale è documentata solo attraverso pochi reperti conservati nel Märkisches Mus., di valore storico piuttosto che artistico. Segno della crescente importanza della città è il fatto che vi si trovavano case appartenenti alle abbazie cistercensi di Zinna e Lehnin, nonché ai vescovi di Lebus, Brandeburgo e Havelberg. Una sede del margravio (aula Berlin) è menzionata nel 1261, nei pressi della porta di Odenburg, all'interno della cinta. Costruzioni successive furono l'Alter Hof e l'Hohes Haus, il cui impianto gotico (1300 ca.), scoperto nel 1931, venne in seguito distrutto, fatta eccezione per un portale (oggi nel Märkisches Mus.).Scultura e pittura. - Le opere di scultura e pittura medievale eseguite a B. si sono conservate solo in minima parte; inoltre si tratta generalmente di esempi di rilevanza esclusivamente locale.Il più antico monumento sepolcrale conservatosi (Märkisches Mus.) è quello del patrizio Konrad von Belitz, del 1308, consistente in una lastra con l'incisione della figura del defunto e un'iscrizione lungo il bordo. Le varie menzioni documentarie di altari sussistenti nelle chiese medievali non trovano riscontro nelle opere d'arte ancora esistenti.Tra gli esempi di pittura medievale conservati meritano ricordo in particolare due miniature del Berliner Stadtbuch (Berlino, Landesarch.), databili alla fine del 14° secolo. Bibl.: Berlin-Bibliographie (Veröffentlichungen der Historischen Kommission zu Berlin beim Friedrich-Meinecke-Institut der Freien Universität Berlin), Berlin-New York 1965ss.; Bürger-Bauer-Edelmann. Berlin im Mittelalter, cat. (Berlin-Spandau 1987), Berlin 1987; Geschichte Berlins, a cura di W. Ribbe, 2 voll., München 1987: I, pp. 3-135, 139-248, 251-340.A. TackeDorfkirchen. - I villaggi che nel 1920 vennero inglobati nella Grande B., i c.d. Angerdörfer, erano disposti in origine, generalmente, intorno a un nucleo, per lo più ancora riconoscibile, costituito da una chiesa circondata da case coloniche. Molti di questi villaggi sorsero in seguito alla colonizzazione degli altopiani di Barnim e Teltow a opera degli Ascani (secc. 12°-13°); per alcuni inoltre fu determinante il ruolo degli ordini religiosi: ai Templari per es. va ricondotta la fondazione di Tempelhof. Il numero degli insediamenti attesta l'importanza della regione, situata all'incrocio di importanti vie commerciali.Fra le chiese di questi villaggi (Dorfkirchen) conservatesi, trentaquattro sono di origine medievale e, benché non si disponga di datazioni sicure, la valutazione delle strutture architettoniche permette di collocarne un gruppo al primo terzo del 13° secolo. Probabilmente alcune furono precedute da costruzioni in legno, anche se fino a oggi non si è potuto dimostrarlo. Tutte di modeste dimensioni, le Dorfkirchen berlinesi presentano diverse tipologie. Quale esempio particolarmente complesso può essere menzionata la chiesa di Marienfelde - anch'essa probabile fondazione templare databile intorno al 1220 - con corpo d'ingresso a torre trasversale, navata unica, coro quadrato rientrante e un'abside semicircolare. Gli edifici più modesti sono piccole chiese ad aula unica con semplice coro quadrato (Britz e Mahlsdorf) o con abside semicircolare (come un tempo Tempelhof). La tipologia più frequente, a partire dal 1250, è in ogni caso l'aula rettangolare (Buckow), talora con tratti protogotici nei portali e nelle finestre. Rimasta in uso fin nel Tardo Medioevo, la chiesa ad aula è arricchita in alcuni casi da abside poligonale (Dahlem).Caratteristico della regione di B. è l'impiego della pietra granitica ricavata dai massi erratici delle morene dell'era glaciale. La cortina muraria, accuratamente disposta, dei primi edifici, secondo un modello sicuramente cistercense (per es. quello dell'abbazia di Zinna, presso Jüterbog, consacrata nel 1226), offre poche possibilità all'articolazione parietale. Portali e finestre sono angusti e questo ha fatto pensare che si trattasse di una sorta di chiese fortificate, tanto più che spesso sono state rinvenute travi di bloccaggio. Le coperture sono molto inclinate e i tetti delle torri sono di regola trasversali all'asse della chiesa. Con il sec. 14° cominciò ad affermarsi l'uso del laterizio, su zoccolo in pietra, inizialmente per il portale e gli intradossi delle finestre, in seguito anche per gli ambienti annessi e per il frontone.Poco si è conservato dell'arredo di epoca medievale delle Dorfkirchen, mentre di particolare importanza sono le pitture murali pervenute. Nelle vele delle volte a crociera della chiesa di Buckow vennero portate alla luce, nel 1908, pitture di epoca tardogotica con scene della Passione e della Risurrezione. Sempre al sec. 14° risale il ciclo di affreschi della chiesa di St. Annen a Dahlem; i frammenti che sono pervenuti rendono problematica la ricostruzione del programma iconografico, benché sia da notare in varie scene la presenza della figura di S. Anna alla quale la chiesa era dedicata. Si tratta di opere di grande qualità che costituiscono uno dei più significativi esempi di pittura nella marca di Brandeburgo. Bibl.: P. Klein, J. Etbauer, Mittelalterliche Dorfkirchen in Grossberlin, Berlin 1932ss.; K. Pomplun, Berlins alte Dorfkirchen, Berlin 19673; Berlin. Kunstdenkmäler und Museen (Reclams Kunstführer Deutschland, 7), Stuttgart 1977; V.H. Elbern, Über die mittelalterlichen Wandmalereien in der Dahlemer St. Annen-Kirche, in Dahlem - St. Annen, Zeiten eines Dorfes und seiner Kirche, a cura di K.R. Schütze, Berlin 1989, pp. 29-46.Spandau. - Nel 1920 venne inclusa in B. anche la città di Spandau, che, per la sua origine più antica, conserva ancora una propria individualità. Fondata alla confluenza tra i fiumi Havel e Sprea, Spandau risulta già citata nel 1197 come possesso degli Ascani.L'importanza che il sito ebbe sin dall'origine è testimoniata da ritrovamenti di monete e di oggetti di importazione. Il materiale archeologico ha inoltre attestato che su un insediamento originariamente germanico e poi slavo si verificò, ancora in età altomedievale, un'ulteriore germanizzazione, ben riconoscibile dal variare dei tipi di fortificazioni. Già prima e durante il periodo slavo si ebbero contatti con il cristianesimo, di cui sono prova, tra l'altro, il ritrovamento di una forma di fusione per pendenti a croce, di tipo moravo, e soprattutto la scoperta di una chiesa in legno a pianta longitudinale, costruita sopra un luogo di culto slavo.Il nucleo da cui si sviluppò la città sorse nel sec. 11° a N dell'antica fortificazione slava. All'epoca di Alberto l'Orso (1157-1170) vennero edificati il castello, di cui è stato individuato l'impianto originario sotto la cittadella del sec. 16°, e lo Juliusturm, tuttora conservato. L'entità di tali testimonianze architettoniche fa ritenere che fino al 1320 Spandau sia stata la residenza principale degli Ascani. Determinante per l'evoluzione urbana fu l'insediamento del mercato nei pressi della Marktkirche, citata per la prima volta nel 1239 come ecclesia forensis. Del 1232 è la prima menzione di Spandau come città; a quest'epoca vi doveva anche essere un monastero di Benedettini, fuori dalle mura, mentre nel 1244 è testimoniata la presenza di un ospedale. La chiesa cittadina, dedicata a s. Nicola, patrono dei commercianti e dei naviganti, seguiva in origine, con ogni probabilità, la tipologia delle Dorfkirchen berlinesi del sec. 13°; non sono state però rinvenute tracce dell'impianto primitivo. L'attuale edificio tardogotico è una chiesa 'a sala' con tetto unico, costruita in laterizio su zoccolatura in pietra; all'interno presenta nella navata volte a crociera costolonate e nel coro una volta a stella retta da pilastri privi di capitelli. Sebbene manchino precisi riferimenti cronologici, i confronti di carattere stilistico, unitamente alla consacrazione dell'altare avvenuta nel 1424, fanno presupporre una data di costruzione nel primo quarto del 15° secolo. La torre venne eretta nel 1464-1468 dall'architetto Nikolaus Rostocken di Magdeburgo.Per quanto riguarda l'arredo medievale, quasi completamente disperso, è da menzionare un grande fonte battesimale in bronzo del 1398, poggiante su figure di evangelisti e decorato con rilievi. Bibl.: G. Jahn, Die Bauwerke und Kunstdenkmäler von Berlin, Stadt und Bezirk Spandau, Berlin 1971ss.; E. Börsch-Supan, H. Börsch-Supan, Bezirk Spandau, in Berlin. Kunstdenkmäler und Museen (Reclams Kunstführer Deutschland, 7), Stuttgart 1977, p. 586ss.; F. Weichert, St.Nikolai zu Spandau, Berlin 1982ss.; A. von Müller, K. von Müller-Muci, Die Ausgrabungen auf dem Burgwall in Berlin-Spandau, Berliner Beiträge zur Vor- und Frühgeschichte, n.s., 3, 1983, 1-2; A. von Müller, Spandau, eine bedeutende mittelalterliche Stadt in der Mark Brandenburg, in Festschrift der Landesgeschichtlichen Vereinigung für die Mark Brandenburg zu ihrem hundertjährigen Bestehen 1884-1984, Berlin 1984, pp. 78-103.Musei e biblioteche. - Con il grande elettore Federico Guglielmo (1640-1688) venne inaugurata a B. un'attività di collezionismo intesa a sopperire alla mancanza di una significativa tradizione artistica cittadina. La crescita delle collezioni va vista strettamente connessa alla funzione di residenza prima principesca e quindi reale, che fu propria della città. Con il trasferimento dei beni artistici allo Stato e il successivo ulteriore ampliamento delle raccolte, B. ha assunto la dimensione di una singolare città-museo.All'origine di questo processo si pone la creazione della prima Kunstkammer del Brandeburgo, dovuta al principe elettore Gioacchino II (1515-1571); la storia dei veri e propri musei inizia peraltro con l'apertura nel 1830 dell'Altes Mus., costruito nel cuore di B. da Schinkel per volere di Federico Guglielmo III di Prussia.Il ruolo del Medioevo non sembra essere stato molto significativo nelle raccolte berlinesi, almeno per lungo tempo, pur suscitando l'interesse degli ambienti colti di tendenze romantiche e storicistiche. Di tale interesse sono testimonianza, fra l'altro, l'acquisto del mosaico absidale della chiesa ravennate di S. Michele in Africisco, del sec. 6° (già Staatl. Mus., Bode-Mus., ora Mus. für spätantike und byzantinische Kunst), effettuato nel 1844 per conto del re Federico Guglielmo IV, e la costruzione del Klosterhof (1850) nella residenza di Glienicke presso Potsdam, realizzata per volontà del principe Carlo di Prussia con elementi provenienti dalla certosa dell'isola di Sant'Andrea (Venezia).Padre spirituale dei musei berlinesi fu Humboldt (m. nel 1835), il quale fin dall'inizio indicò nell'educazione e nella ricerca i compiti fondamentali del museo, coadiuvato in ciò anche da Rumohr e dallo storico dell'arte Waagen. Le raccolte d'arte vennero divise inizialmente in cinque sezioni, moltiplicatesi con il tempo fino a divenire diciannove. Importante fu il ruolo svolto dai direttori delle sezioni e prima di tutto quello di Bode, che ebbe anche la direzione generale dei musei. In seguito alla dissoluzione del Land di Prussia, dopo la seconda guerra mondiale, gli Staatl. Mus. del settore occidentale vennero giuridicamente ereditati dalla Stiftung Pr. Kulturbesitz, creata nel 1961, alla quale passarono anche altre istituzioni culturali della Prussia. Con la riunificazione della Germania del 1990 i beni museali di B. sono stati ricondotti a un unico complesso.Sin dall'inizio, la Gemäldegal. fu la sezione più curata dei musei di B. e grazie all'acquisto sistematico di opere, a partire dall'inizio del sec. 19°, divenne in breve tempo una delle grandi raccolte di pittura d'Europa. Dipinti significativi, fra cui non poche opere tardomedievali, facevano già parte tuttavia delle collezioni principesche. Determinante per l'arricchimento della sezione relativa al Medioevo fu, nel 1821, l'acquisizione della collezione di Solly, che fece della Gemäldegal. la più importante raccolta di dipinti di primitivi italiani fuori d'Italia, ruolo che detiene tuttora. Grazie a singoli acquisti mirati, resi possibili anche dal contributo del Kaiser-Friedrich-Mus., fondato nel 1896, e di mecenati privati (fra i quali è da menzionare Simon), Bode riuscì a far sì che la galleria offrisse un panorama completo della pittura dell'Occidente, ivi compresa una significativa presenza dell'arte medievale.Il Deutsches Mus., voluto sempre da Bode, riunì per breve tempo, a partire dal 1930, opere di pittura, scultura e arti suntuarie di area tedesca.Lo smembramento della Kunstkammer reale, nel 1872, fornì ai musei anche un notevole complesso di opere d'arte plastica, così che, nel 1885, fu possibile istituire nell'Altes Mus. una sezione denominata Bildwerke der christlichen Epochen, diretta dallo stesso Bode. Nuove importanti opere si ottennero con diversi acquisti singoli ben finalizzati, sostenuti dal Kaiser-Friedrich-Mus., concernenti la plastica sia di grandi sia di piccole dimensioni. Fra le acquisizioni più significative sono da menzionare: la Madonna del presbitero Martino (1877); il leggio di Giovanni Pisano, probabilmente in origine parte del pulpito pistoiese (1881); la Dormitio Virginis della facciata originaria di S. Maria del Fiore, di Arnolfo di Cambio (1904); la Madonna di Dangolsheim (1913); due sibille, provenienti dal pulpito di Giovanni Pisano per la cattedrale di Pisa, andate distrutte durante la seconda guerra mondiale. Il panorama della plastica tedesca del Medioevo venne inoltre ulteriormente arricchito dalle sculture della tribuna occidentale dell'abbazia di Gröningen, dal Johannes-Minne di Ravensburg, da numerose opere di Tilman Riemenschneider e Hans Leinberger e da altari a sportelli tardogotici. Nel 1930 il Deutsches Mus. assorbì questa importante raccolta di scultura tedesca e le altre opere vennero allora riunite nel KaiserFriedrich-Museum. Nel 1939 il nome di Sammlung der Bildwerke der christlichen Epochen si mutò in quello di Skulpturen-Abteilung, sostituito recentemente da quello di Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Skulpturengalerie.Gli sforzi compiuti da Bode per ordinare le opere esposte secondo ambiti cronologici e culturali portò al formarsi di sottosettori dedicati a opere paleocristiane, bizantine e anche italiane di età altomedievale (tra esse, per es., un gruppo di opere veneziane); esse in seguito, insieme ad altre di ambito non scultoreo, costituirono una sezione autonoma di arte paleocristiana e bizantina, per la quale furono effettuati numerosi acquisti nel Vicino Oriente e in Egitto. Intorno a questa raccolta si è svolta un'attività di ricerca di alto livello scientifico strettamente legata al nome di Wulff, che ne fu per molti anni direttore. Dopo la riunificazione, il nome della sezione è cambiato da Frühchristlich-byzantinische Sammlung in Mus. für spätantike und byzantinische Kunst.Il Kunstgewerbemus. venne creato da privati nel 1867 sulla scia di analoghe istituzioni già fondate a Londra (1852) e a Vienna (1863), che avevano lo scopo di dare una dimostrazione del positivo rapporto tra industria e arte. La raccolta, che ebbe inizialmente il nome di Gewerbe-Mus. e dal 1870 quello di Kunstgewerbemus., divenne nel 1885 una sezione degli Staatl. Mus. e fu arricchita con le opere provenienti dalla Kunstkammer; nel 1921 fu trasferita nel palazzo reale e si chiamò Schlossmus.; dal 1985, infine, entrò a far parte del complesso museale del Tiergarten. Negli anni successivi alla sua fondazione, grazie all'attività ben determinata di Falke e Schmidt, il museo acquisì una serie di spettacolari opere di oreficeria di proprietà di istituzioni ecclesiastiche o di principi: il tesoro dell'abbazia di Enger (1888); i c.d. gioielli di Gisela (tesoro dell'imperatrice), giunti nel 1912; il tesoro dei Guelfi (1933-1935). Queste opere fanno del Kunstgewerbemus. una delle più significative raccolte di arti suntuarie del Medioevo.Il Mus. für Vor- und Frühgeschichte (Staatl. Schlösser und Gärten, Schloss Charlottenburg) si è sviluppato dalla Abteilung der vaterländischer Altertümer, costituita nel 1829 nell'ambito del Volkerskundemus., dal quale divenne autonoma solo nel 1922. In origine limitata alle testimonianze rinvenute nel territorio di B. e del Brandeburgo, la raccolta si allargò in seguito comprendendo da prima l'intera area dell'Europa centrale e quindi anche ambiti extraeuropei. Particolarmente significativi sono i reperti dell'epoca delle Migrazioni e in genere dell'Alto Medioevo, così come quelli paleoslavi, provenienti dall'area di compenetrazione tra la Germania orientale e la Polonia e dalla Russia meridionale. Grazie ai pionieristici metodi di scavo e a una specifica attività di ricerca nel campo dell'archeologia altomedievale, dovuti gli uni e l'altra a Schuchhardt e ai suoi successori, il museo gode da sempre di grande considerazione tra gli studiosi.Il Kupferstichkab. (Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz), fondato nel 1831 per iniziativa di Humboldt con un nucleo di ca. cinquecento disegni, per lo più tedeschi, già nel 1835 raggiunse grande importanza grazie all'acquisto della Coll. Nagler, con cui entrò in possesso di una notevole quantità di fogli singoli e di libri a stampa del sec. 15°, nonché di manoscritti miniati di epoca medievale; la raccolta visse quindi un momento di grande fortuna all'epoca della direzione di Lippmann, alla fine del 19° secolo. Tra le più significative opere medievali del Kupferstichkab. vanno menzionati l'Evangeliario dell'imperatore Lotario, proveniente dall'abbazia di Prüm; l'Evangelario dell'imperatore Enrico III, proveniente da Reichenau; l'Evangelario ottoniano di Abdinghof (78.A.3), nonché la lussuosa Bibbia Hamilton (78.E.3), del 1350 ca., di origine napoletana. Di gran pregio sono anche xilografie in fogli singoli e disegni tedeschi, olandesi e italiani dei secc. 14° e 15°, oltre a libri d'ore e incunaboli.Anche la Kunstbibl. (Schlösser und Gärten, Schloss Charlottenburg) conserva un fondo di manoscritti e di fogli sciolti di epoca medievale, provenienti soprattutto dalla Coll. Grisebach, acquistata nel 1905.Di grandissima importanza per quanto riguarda i manoscritti miniati è la Staatsbibl., in cui si custodisce un patrimonio librario che già all'epoca del gran principe elettore contava oltre milleseicento manoscritti. A questi si aggiunsero, in particolare dopo le guerre napoleoniche, numerosi esemplari risalenti ai secc. 8°-12°, in parte provenienti dalle istituzioni ecclesiastiche dei territori occidentali da poco conquistati dalla Prussia (per es. Brandeburgo, Havelberg, Quedlinburg, Minden, Münster, Liesborn e l'abbazia di Werden). Anche molti dei codici tedeschi che con Napoleone erano stati portati a Parigi vennero riottenuti dalla Staatsbibliothek. Tra le non poche opere di importanza eccezionale vanno ricordati i frammenti dell'Itala di Quedlinburg (Theol. lat. fol. 485), generalmente ritenuta il più antico esempio esistente di manoscritto cristiano illustrato, il manoscritto imperiale di lusso noto con il nome di Evangeliario Kleve e preziose rilegature, tra cui alcune con placche d'avorio intagliate.
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