BERLINO (VI, 723; App. II, 1, p. 386)
La città si stende su un'area di 884 km2, corrispondente press'a poco a quella della "Grande Berlino", istituita nel 1920, con l'eccezione di Potsdam, incorporata nel territorio della Germania orientale (Rep. Democratica Tedesca). B. contava alla fine del 1956 una popol. di 3.336.000 ab., di cui 2.223.100 nella B. occidentale (Westberlin), che appartiene alla Germania occidentale (Rep. Federale Tedesca), e 1.112.900 nel settore orientale, appartenente alla Rep. Democratica Tedesca. La popol. complessiva di B. è così ancora notevolmente inferiore a quella prebellica (4.322.000 ab. nel 1939). La B. occidentale (481 km2) è divisa in 12 distretti (Bezirke), di cui quelli di Neukölln, Kreuzberg, Schöneberg, Tempelhof, Steglitz e Zehlendorf costituiscono il settore americano; quelli di Wilmersdorf, Tiergarten, Charlottenburg e Spandau il settore britannico; quelli di Reinickendorf e Wedding il settore francese. Il settore orientale, o sovietico, è costituito dai distretti di Pankow, Weiszensee, Lichtenberg, Köpenick, Treptow, Friedrichshain, Prenzlauer Berg e Mitte (Centro), per un totale di 403 km2. Nel distretto di Pankow ha sede il governo della Rep. Democratica Tedesca.
Oggi solo nei pochi quartieri risparmiati dai bombardamenti rimangono i grossi blocchi di case da affitto, che davano un aspetto monotono a buona parte della città. Nell'ambito della B. occidentale le macerie sono state rimosse e sono sorte file di case, per lo più a tre o cinque piani, nelle quali, fino al 1957, erano stati allestiti 100.000 nuovi alloggi. Asse di B. occidentale è la via di Charlottenburg, ma - dato che questa attraversa il Tiergarten (Parco) - il centro commerciale è costituito dalle vie Kurfürstendamm e Tauenzienstrasse. Nel settore orientale, che ha come asse la Stalin Allee, al di fuori di quest'ultima arteria la ricostruzione è molto più limitata ed i nuovi edifici si distinguono nettamente, per il loro stile, da quelli di B. Ovest. In particolare i ruderi rimangono nel centro storico della città. Un piano urbanistico, concepito per l'intera metropoli con notevole ampiezza di respiro, tende allo sfittimento delle costruzioni e della popolazione, ma esso è stato applicato solo nei settori occid. La perdurante anormale situazione geopolitica di B. non solo impedisce l'organica ricostruzione della metropoli, ma, rallentandone la ripresa economica, rende difficile valutare quali potranno essere le sue funzioni future. Nella B. occidentale, che si avvicina al livello della popol. prebellica, l'industria si segnala soprattutto con alcune imprese elettriche, fra cui la A.E.G. e la Siemens, che ha addirittura un suo proprio quartiere lavorativo e residenziale (Siemensstadt). Nel settore orient., che ha avuto una minore ripresa demografica, si è pure attuata recentemente una certa industrializzazione (ottica, ecc.).
B. Ovest è unita alla Rep. Federale Tedesca da sette tronchi ferroviarî e da due autostrade, che raggiungono la medesima rispettivamente a Helmstedt ed a Hof. L'aeroporto di B. Schönefeld serve al traffico passeggeri per l'est; quello di B. Tempelhof al traffico per l'ovest. Il traffico merci di B. Ovest si svolge per il 40% mediante ferrovia, il 38% su strada, il 21% per idrovia e per meno dell'1% per via aerea.
Storia. - Determinatasi la crisi di B. a seguito degli avvenimenti del febbraio-giugno 1948 (v. berlino, in App. II, 1, p. 386), ai primi di agosto del 1948 il blocco sovietico della città divenne totale e la parte occidentale della città fu rinforzata dagli anglo-americani con un "ponte aereo", cioè per l'unica via di comunicazione per la quale esisteva un accordo scritto. Tale "ponte", iniziato il 26 giugno 1948, si concluse il 30 settembre 1949, dopo che le Potenze occidentali avevano trasportato oltre due milioni di tonnellate di merci (soprattutto generi alimentari, medicinali e carbone) con circa 200.000 voli. Alla fine del "blocco" si giunse il 4 maggio 1949 in seguito alle conversazioni segrete di New York tra i rappresentanti sovietico e americano alle N. U., J. A. Malik e Ph. C. Jessup.
Dopo la ripresa delle comunicazioni, si cercò di arrivare a un accordo soprattutto alla conferenza di Ginevra dei quattro ministri degli Esteri nel giugno 1959, ma senza risultati apprezzabili. Così che, successivamente, la questione di Berlino (città considerata sempre, dalla Repubblica Federale Tedesca, come propria capitale) ha fatto le spese della rinnovata polemica fra l'URSS e gli S. U. A. soprattutto dopo il fallito incontro "al vertice" di Parigi del maggio 1960. Vedi tav. f. t.
Bibl.: L. D. Clay, Decision in Germany, New York 1950; F. Friedensburg, Berlin, Schicksal und Aufgabe, Berlino 1953; E. Butler, City divided: Berlin 1955, New York 1955; W. Brandt, Von Bonn nach Berlin. Eine Dokumentation zur Hauptstadtfrage, Berlino 1957; W. Ph. Davison, The Berlin blockade. A study in cold war poltics, Princeton, N. J., 1958; M. Pfannschmidt, Probleme der Welstadt Berlin, in Zum Problem der Weltstadt, a cura di J. H. Schultze, Berlino 1959; pp. 1-16; A. Martin, Brennpunkt Berlin, Berlino 1959; V. Orilia, Berlino. Dagli accordi di guerra alla conferneza di Ginevra, Milano 1959; K. H. Katsch, Berlin zu Beginn des Jahres 1959, in Geographische Rundschau, XI (1959), pp. 125-33.