bisogno
In economia esso indica la necessità (o la carenza) di un certo oggetto. Nell’impostazione degli economisti classici, i b. indicano i consumi che in un certo periodo e in un certo contesto ambientale si ritengono necessari per la continuazione della vita e la partecipazione alla società con requisiti minimi di dignità. Ne consegue che essi possono modificarsi nel tempo e in funzione dei cambiamenti nelle condizioni individuali, sociali, economiche e culturali. Secondo la scuola marginalista, invece, il b. è un concetto strumentale che serve per definire il valore dei beni e i servizi. Tale valore, dicono i marginalisti, non dipende dalla quantità di lavoro incorporato dai beni e servizi, ma dal grado in cui essi soddisfano i b. umani. Nell’ambito degli studi manageriali, il b. indica il senso di mancanza o carenza di un ‘oggetto’ desiderato, accompagnato dallo sforzo o dall’adozione di comportamenti idonei a porvi rimedi. Prendendo spunto dagli studi di A.H. Maslow (1954), si può definire una classificazione gerarchica dei b., definita ‘scala o piramide dei bisogni’. Alla base della piramide ci sono quelli primari, legati alle necessità fisiologiche e di sicurezza di una persona e che, proprio perché sono basilari, non hanno molte diversità nelle modalità di soddisfazione. Quindi, ci sono i b. superiori, che sono maggiormente influenzati dal contesto economico, sociale e culturale in cui è inserito il soggetto e dalle sue preferenze personali: b. di appartenenza, di stima e di realizzazione. La cosiddetta ‘piramide dei b.’ è stata criticata perché l’ordine e l’intensità con cui questi b. si manifestano non è uguale per tutte le persone. I b. superiori, in particolare, presentano un’elevata variabilità tra individui e possono addirittura risultare completamente opposti quando si confrontano persone che provengono da contesti differenti.