Bologna
La città dei dotti e dei buongustai
Bologna è una delle più importanti città d'Italia per la ricchezza delle tradizioni culturali e la vitalità di un'economia basata sul commercio e sull'agricoltura, ma anche su un terziario avanzato particolarmente sviluppato. 'Dotta' e 'grassa' sono i due aggettivi che troviamo sempre associati alla città: Bologna vanta, infatti, una delle più antiche università d'Europa, e per qualità della vita e livello di benessere si colloca ai primi posti tra le città italiane: una 'opulenza' che si riflette anche in una cultura del cibo famosa in tutto il mondo.
Le prime testimonianze di insediamenti umani nell'area dove sorge Bologna risalgono all'Età del Bronzo. È nella prima Età del Ferro, intorno al 10°-9° secolo a.C., che si sviluppa qui la civiltà villanoviana, così chiamata per gli importanti resti di un abitato costituito da capanne ritrovato a Villanova di Castenaso. A essa subentrò tra il 6° e il 4° secolo a.C. la civiltà degli Etruschi, che incrementarono gli scambi commerciali dell'insediamento con l'area mediterranea, in particolare con la Grecia, e gli attribuirono il nome di Velzna (Felsina in latino).
Conquistata dai Galli Boi nel 4° secolo, nel 189 a.C. la città divenne una colonia romana e prese il nome di Bononia (derivato forse dal celtico bona, che significa "costruzione"). Grazie alla via Emilia aperta dai Romani, Bononia divenne un importante nodo stradale. Distrutta da un incendio nel 53 d.C., fu ricostruita dall'imperatore Claudio.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, fu conquistata dai Longobardi di Liutprando nel 727 e poi concessa dai Franchi ai papi. La fondazione dell'università ‒ fissata tradizionalmente nel 1088 ‒ e la costituzione del Comune (v. comunale, civiltà) segnarono l'inizio di un periodo di grande fioritura per la città, che proprio grazie all'università e alle libertà di cui godeva il Comune raggiunse nel 13° secolo il periodo di massimo splendore. Bologna fu la prima città europea ad abolire la servitù della gleba, nel 1256. In quest'epoca venne ampliata la cerchia delle mura, e la città divenne uno dei dieci centri più popolosi d'Europa, con uno sviluppo urbano pari a quello di Parigi. La sua ricchezza economica era legata soprattutto all'industria tessile (arte della lana).
Dotata di un sistema di approvvigionamento di energia idraulica tra i più avanzati del mondo, nei secoli successivi la città si specializzò nella fabbricazione della seta: i mulini da seta 'alla bolognese' furono uno dei ritrovati più avanzati della tecnologia europea sino al Seicento. Dal 14° secolo iniziò però la decadenza politica, con una serie di lotte civili tra guelfi e ghibellini. Il trionfo del partito guelfo determinò l'assoggettamento del Comune alla Chiesa, e Bologna perse gradatamente la sua autonomia.
Le signorie susseguitesi a Bologna finirono, infatti, per essere sempre più subordinate al potere temporale dei papi. Nel 1350 Giovanni e Giacomo Pepoli vendettero la città all'arcivescovo di Milano Matteo Visconti, ma dopo dieci anni Bologna tornò sotto il dominio pontificio. Nella metà del Quattrocento, sotto la signoria dei Bentivoglio, la città ottenne una semindipendenza dal papato. Fu questo un periodo di grande espansione culturale, civile ed economica, ma con la definitiva soggezione allo Stato della Chiesa, nel 1512, iniziò una lunga fase di stasi. In questo periodo la città ospitò alcuni grandi eventi storici, come l'incoronazione di Carlo V a imperatore del Sacro Romano Impero, l'incontro tra il papa Leone X e Francesco I di Francia, lo svolgimento di varie sessioni del Concilio di Trento.
La vitalità di Bologna rimase legata alle arti e alle scienze che fiorivano attorno all'università.
Con l'arrivo di Napoleone la città divenne prima capitale della Repubblica Cispadana e poi il secondo centro, dopo Milano, della Repubblica Cisalpina. Bologna partecipò attivamente alle lotte risorgimentali, e nel 1859, con l'annessione al Regno del Piemonte, entrò a far parte del nuovo Stato italiano.
Fulcro della Resistenza partigiana durante la Seconda guerra mondiale, subì gravi danni a causa dei bombardamenti. Nel dopoguerra, e soprattutto negli anni Settanta, Bologna conobbe una notevole espansione urbanistica e demografica. Oggi la città conta circa 374.000 abitanti.
Entro la cerchia delle mura medievali, risalenti al 14° secolo, Bologna ha conservato quasi intatto il singolare profilo dell'antica città, caratterizzata da vie fiancheggiate ininterrottamente da ben 35 km di portici, con case e palazzi antichi costruiti nel tipico mattone rosso emiliano. Delle cento torri che costellavano la città medievale sono rimaste celebri, tra le altre, le torri pendenti degli Asinelli e dei Garisendi (o Garisenda), risalenti al 12° secolo.
Il cuore della città è la Piazza Maggiore, dove sorgono la grandiosa basilica di S. Petronio, iniziata alla fine del Trecento, e il Palazzo del Podestà. Assai singolare il complesso di S. Stefano, realizzato tra l'11° e il 12° secolo, costituito da un gruppo di chiese che riproducono i luoghi santi di Gerusalemme. Al Duecento risalgono le grandi chiese monastiche di S. Domenico e di S. Francesco.
L'architettura civile conobbe un particolare splendore nel 15° e nel 16° secolo, epoca alla quale risalgono alcuni dei più bei palazzi signorili della città: il Palazzo Bevilacqua, con la splendida facciata lavorata a punta di diamante, e poi i palazzi Fantuzzi, Albergati, Montanari. A partire dal Rinascimento i palazzi si arricchirono all'interno di magnifiche decorazioni pittoriche. La presenza dell'università diede impulso a importanti realizzazioni architettoniche: il Collegio degli Spagnoli, fondato nel 1367, l'Archiginnasio, la nuova sede dello Studio voluta dal papa Pio IV, il Palazzo del cardinale Poggi, dove fu trasferito lo Studio in età napoleonica, e l'Osservatorio astronomico, il più antico d'Italia, costruito nel 1712 quale simbolo della nuova cultura scientifica.
Anche nel campo delle arti figurative Bologna vanta un'importante tradizione, che risale ai miniaturisti del 13° secolo. Nel Seicento la 'Scuola di Bologna' acquistò un'importanza internazionale con pittori come i Carracci, Guido Reni, il Domenichino, il Guercino.
Con la fondazione dello Studium, avvenuta intorno al 1088, Bologna divenne assieme a Parigi la capitale culturale dell'Europa medievale. Vi fiorirono soprattutto gli studi di diritto, il cui più insigne rappresentante fu Irnerio. A Bologna affluivano studenti da tutta Europa che si divisero in due associazioni: l'università dei citramontani, cioè degli Italiani, e quella degli oltramontani, cioè degli stranieri. Dal 14° secolo accanto alle scuole di giuristi fiorirono anche quelle delle 'arti liberali': medicina, filosofia, aritmetica, astronomia, logica, retorica e grammatica. A Bologna studiarono, tra gli altri, Dante, Petrarca, Guido Guinizzelli, Coluccio Salutati. La sua fama attirò nel corso dei secoli numerosi e illustri personaggi: dall'erudito Pico della Mirandola all'umanista e architetto Leon Battista Alberti, da Copernico al medico e studioso di scienze naturali Paracelso. Nel 16° secolo furono istituiti anche insegnamenti di 'magia naturale', cioè di scienza sperimentale.
Gli 'anni di piombo' e il terrorismo di varia matrice hanno gettato la loro ombra anche su una città tradizionalmente 'aperta' e civile come Bologna, in cui si è consumato uno dei più sanguinosi episodi di quella cupa stagione della storia italiana: il 2 agosto 1980 una bomba esplodeva nella stazione centrale, affollata di turisti italiani e stranieri, provocando 85 morti e centinaia di feriti. La strage è stata la più grave per numero di vittime mai avvenuta dal dopoguerra. Dopo un lunghissimo e tormentato processo sono stati riconosciuti come responsabili dell'attentato e condannati con sentenza definitiva alcuni membri di un'organizzazione estremista di destra.