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boruri

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Composti del boro (➔) con un metallo. Si ottengono in forma di polvere dura e refrattaria per sintesi dai due elementi o per riduzione dell’ossido del metallo con boro in eccesso. Sono caratterizzati da elevato punto di fusione, grande durezza, notevole inerzia chimica, grande conducibilità termica ed elettrica, particolari caratteristiche nucleari e pertanto hanno interessanti applicazioni. Industrialmente si ottengono riducendo con carbone la miscela ossido del metallo-triossido di boro (B2O3) oppure decomponendo termicamente la miscela gassosa degli alogenuri di boro e del metallo o anche per elettrolisi di miscele fuse di ossido del metallo, fluoruro del metallo e B2O3. Nei b. l’unità strutturale degli atomi di boro può essere costituita da un singolo atomo, da una coppia, da una catena semplice o doppia.

I b. dei metalli alcalini non sono attaccati dagli acidi mentre lo sono alcuni b. degli altri metalli. I b. binari di cromo, zirconio, vanadio, molibdeno, e ternari (come boro - nichel - molibdeno), conosciuti nell’industria per la loro particolare durezza, vengono utilizzati principalmente per la fabbricazione di utensili da taglio, per rivestimenti protettivi e nella preparazione dei cermeti. I b. sono composti interstiziali, spesso con stechiometria non definita.

La borurizzazione è un trattamento superficiale effettuato in particolare sugli acciai per conferire loro elevatissima durezza (HV = 2000) e quindi grande resistenza all’usura. Il pezzo da trattare, posto in una cassetta di acciaio inossidabile, contornato da granuli di carburo di boro e da fluoruri alcalini, è riscaldato per qualche ora tra 850 e 1000 °C; si forma così uno strato superficiale di b. di ferro, durissimo. Il raffreddamento, in aria o in cassetta, avviene lentamente.

Vedi anche
cromo Elemento chimico, di simbolo Cr, numero atomico 24, peso atomico 52, di cui sono noti gli isotopi stabili 5024Cr, 5224Cr, 5324Cr e 5424Cr; appartiene al sesto gruppo del sistema periodico degli elementi, sottogruppo del molibdeno e del tungsteno; fu scoperto nel 1797 da L.- N. Vauquelin. 1. Generalità Il ... ossido In chimica inorganica, composto binario dell’ossigeno. Gli ossido metallici (per es., CaO, ossido di calcio; FeO, ossido di ferro) hanno comportamento basico e sono anche detti ossido basici, quelli non metallici (per es., SO2, di-ossido di zolfo; ClO3, tri-ossido di cloro) hanno comportamento acido ... zirconio Elemento chimico appartenente al IV gruppo del sistema periodico, sottogruppo del titanio, con simbolo Zr, numero atomico 40, peso atomico 91,22. 1. Caratteri generali Dello zirconio sono noti gli isotopi stabili: 9040Zr (51,5%), 9140Zr (11,2%), 9240Zr (17,1%), 9440Zr (17,4%), 9640Zr (2,8%). Lo zirconio ... eleménto chìmico eleménto chìmico Sostanza semplice costituita da atomi con lo stesso numero atomico. 1. La definizione operativa di elemento Nel 18° sec., grazie alle ricerche di molti scienziati, soprattutto di A.-L. Lavoisier, si passò dall'idea, risalente alla filosofia presocratica, che la composizione dei corpi ...
Categorie
  • CHIMICA INDUSTRIALE in Chimica
Tag
  • METALLI ALCALINI
  • STECHIOMETRIA
  • ELETTROLISI
  • MOLIBDENO
  • ZIRCONIO
Vocabolario
boruro
boruro s. m. [der. di boro, col suff. -uro2]. – In chimica, nome generico dei composti del boro con un metallo; sono polveri molto dure, refrattarie, adoperate per la preparazione di utensili.
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