Brasile
. La conoscenza di D. non è documentata in B. fino al 1843, anno in cui per la prima volta alcuni passi della Commedia (If I, III, V 72-140, XXXIII 1-88; Pg I, Pd I, XXXI 1-93) sono tradotti in portoghese e stampati a Rio de Janeiro, in un'antologia di poeti italiani curata da Luís Vicente De Simoni. Ancor prima di questa traduzione, della quale altri passi inediti sono conservati in un manoscritto autografo della Biblioteca Nazionale di Rio, la Commedia era nota certamente in traduzione francese o nel testo italiano: ma l'unico riflesso che è dato individuarne nella letteratura sta nell'uso della terza rima da parte di Gonçalves de Magalhães (1830). Non manca però al proposito l'aneddoto pittoresco e nobilitante con il quale si cerca di anticipare la fortuna di D. nel paese: nella lista dei libri posseduti, probabilmente a metà Seicento, da un certo Manuel Vandela, bandeirante e cioè pioniere dello stato di San Paolo, era indicato tra gli altri un volume dal titolo tronco, La Divina ..., che nella ‛ vanitosa speranza ' di qualche critico avrebbe potuto riferirsi a un'edizione italiana della Commedia dantesca.
Per la traduzione integrale del poema occorre attendere gl'inizi del 1888, quando a Rio de Janeiro è pubblicata postuma la versione, in tristici di endecasillabi sciolti, di Francisco Bonifácio de Abreu, barone della Villa da Barba; opera di grandi pretese, in una lingua lambiccata piena di cultismi e di inversioni superflue e con una versificazione spesso infelice e faticosa, la traduzione di Abreu è stata utilizzata altre volte, in mancanza di meglio: tre edizioni tra il 1907 e il 1910 e un'ultima nel 1942. Ancora nel 1888 e sempre a Rio si pubblica poi l'Inferno, tradotto da José Pedro Xavier Pinheiro in terzine di limpidi endecasillabi ritmicamente corretti, benché talvolta concatenati irregolarmente: questa traducfdo brasileira, come è orgogliosamente indicata nel frontespizio, encomiabile per la fedeltà al testo e la scioltezza della lingua e accompagnata da un meticoloso commento soprattutto storico, è in assoluto la migliore di quante siano state eseguite, fino a questi ultimi anni, nei paesi di lingua portoghese;ristampata nel 1907 completa delle altre due cantiche, messe a punto dal Pinheiro prima della sua morte (1882) ma rimaste inedite, la versione ha conosciuto una notevole fortuna e ha soppiantato definitivamente quella di Abreu (altre 7 edizioni dal 1916 al 1961). Tra le più recenti iniziative editoriali sono da ricordare una nuova traduzione della Commedia a cura di Joào Ziller (Belo Horizonte 1953), e un'edizione delle opere complete con testo a fronte e commento (San Paolo 1957-58, 10 voll.): le traduzioni di quest'ultima sono quasi tutte moderne, ma per l'Inferno si è riesumata una vecchia parafrasi di Joaquim Pinto de Campos, già pubblicata a Lisbona nel 1886. Le altre opere di D. sono divenute accessibili al grande pubblico brasiliano solo tardi: la Vita Nuova nel 1937, la Monarchia nel 1950, alcune Rime nel 1954. Le rimanenti opere, eccettuato il Detto d'amore, sono state pubblicate nella ricordata edizione delle opere complete.
Il ritardo nella pubblicazione di versioni integrali della Commedia non ha vietato una conoscenza sia pure frammentaria del poema tra gli scrittori brasiliani, alcuni dei quali si sono anzi esercitati a tradurne gli episodi più famosi, o meglio i più congeniali al loro atteggiamento romantico: nella lista figurano ad esempio Antônio Gonçalves Dias nel 1844 (Pg VI 58-87, 97, 100-150), Joaquim Maria Machado de Assis nel 1874 (If XXV) e persino l'imperatore Pedro II (If V 73-142, XXXIII 1-90). Il più attento tra i cultori brasiliani di D. è certo Machado de Assis (1839-1908), massimo rappresentante delle lettere nazionali, il quale, accostatosi alla Commedia nel 1873, da questo momento introduce nella sua opera frequenti citazioni dantesche (17 dall'Inferno, 3 dal Purgatorio) quasi sempre adattate alle esigenze della narrazione o della cronaca con una spregiudicatezza che rivela anche una certa dose di superficialità. Ma la misura di quanto D. abbia colpito l'immaginazione dei letterati brasiliani è data soprattutto dalle loro reazioni poetiche, stimolate in genere dall'esempio dei romantici francesi, al personaggio leggendariamente deformato, alla sua dottrina d'amore romanticamente travisata, alla sua dimensione demiurgica e alle orride e affascinanti creature del suo genio: da Alexandre José de Mello Moraes Filho che nel 1881 scrive otto ottave tra gilvicentine e dantesche (A Barca do Dante) e da Raimundo Correia che nel 1883 dedica un sonetto alla Beatrice del Paradiso e della Vita Nuova, fino a Olavo Bilac viaggiatore incantato per le vie di Firenze (1904) e rievocatore del peregrinare dantesco (1919), a Euclides da Cunha che nel Paraíso dos medíocres (1933) ricostruisce " una pagina che Dante aveva distrutto ", a Eduardo Guimaraens che ventiquattrenne (1916) vibra all'unisono con il poeta dell'Inferno o ne confronta con la propria l'alta esperienza amorosa, e ancora all'allucinato ultimo sonho de Dante (1902) in cui Múcio Teixeira applica a D. il contrappasso (obbligandolo, chiuso nella torre di Ugolino, ad assistere impotente al supplizio di una denudata Beatrice), per giungere infine alle reminiscenze molto più consapevoli e meditate di Cecilia Meireles (1945) o di Jorge de Lima (1952).
Bibl. - H. De Campos Ferreira Lima, D. em Portugal e no Brasil. Ensaio biblio-iconografico, Lisbona 1939; L. Da Câmara Cascudo, D. A. e a tradição popular no Brasil, Pôrto Alegre 1963; S. Castro, D. in Brasile, in D. nel mondo, Firenze 1965, 63-70; G. Manuppella, Dantesca Luso-Brasileira. Subsidios para uma bibliografia da obra e do pensamento de D. A., Coimbra 1966; J.-M. Massa, La présence de D. dans l'auvre de Machado de Assis, in " Etudes Luso-Brésiliennes " XI (1966) 25-48. Il VII centenario della nascita del poeta è stato celebrato con la pubblicazione di una breve monografia di carattere divulgativo (Autori vari, Dante, San Paolo 1965), del volume O meu D., San Paolo 1965 (raccolta di 10 conferenze di autori vari) e di un numero del supplemento letterario del quotidiano " O Estado de Sào Paulo " (n° 430, 22 maggio 1965) integralmente dedicato a Dante.