burocrazia
Il potere dei funzionari
Tipica dell'età moderna, questa forma di amministrazione viene di regola considerata lo strumento amministrativo per eccellenza dello Stato, ed è quindi stata oggetto di ampie riflessioni nel campo delle scienze storiche e sociali. Ai nostri giorni un'organizzazione burocratica capillare e a tratti opprimente è divenuta un tratto caratteristico della società occidentale
Il termine burocrazia, che deriva dal francese bureau ("ufficio") e dal greco kràtos ("potere"), significa letteralmente il "potere dell'ufficio" e, per estensione, il "potere dei funzionari". La parola fu coniata in Francia nella seconda metà del Settecento, con un significato chiaramente peggiorativo, per indicare polemicamente il peso crescente dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale. Tale peso sembrava configurare una vera e propria forma di governo in qualche modo paragonabile alle forme classiche della monarchia, dell'aristocrazia e della democrazia.
Accanto e in opposizione a questo significato, in special modo nella Germania del 19° secolo, il concetto di burocrazia acquisì invece una valore positivo. Il filosofo Hegel, per esempio, concepì in questo senso la classe dei funzionari pubblici come una "classe generale" che ha il compito di far valere, al di là di ogni pericoloso particolarismo, "l'interesse generale dello Stato" dando esecuzione alle decisioni del potere sovrano. Più in generale, il termine entrò nel linguaggio delle scienze tedesche dello Stato e dell'amministrazione per sottolineare in primo luogo le logiche di razionalità e di efficienza delle amministrazioni burocratiche. Fu il sociologo Weber a fissare per la prima volta una completa teoria della burocrazia, che è diventata in seguito un punto di riferimento obbligato per le scienze storico-sociali.
Seguendo l'impostazione di Weber si può affermare che la burocrazia costituisce in linea di principio un meccanismo razionale, efficiente, preciso e affidabile di amministrazione, tecnicamente superiore a tutte le altre possibili forme di amministrazione. Essa, infatti, quanto meno nelle sue forme più sviluppate, si basa su una rigorosa divisione del lavoro amministrativo, sulla competenza e sul sapere tecnico e specialistico dei funzionari, su una stabile gerarchia degli uffici, su un modo di agire tipicamente impersonale ("senza riguardo alla persona"), su una netta separazione tra funzionari ‒ stipendiati in denaro e inseriti in precisi meccanismi di carriera ‒ e mezzi dell'amministrazione.
Da questo punto di vista la burocrazia rappresenta un prodotto specifico della storia dell'Occidente moderno, del tutto o in gran parte sconosciuto in altre civiltà e nello stesso Occidente prima dell'avvento dell'età moderna.
La nascita e lo sviluppo della burocrazia sono altresì intimamente legati all'avvento e poi al consolidamento dello Stato moderno, e in particolare all'esigenza del sovrano di poter fondare il proprio potere su un ceto di funzionari che sono alle sue dirette dipendenze, a differenza di quanto avveniva nel rapporto tra sovrano e nobili nel sistema feudale.
Lo sviluppo e la diffusione della burocrazia non riguardano soltanto la sfera dell'amministrazione dello Stato, ma più in generale tutte le forme pubbliche e private di organizzazione: dall'impresa ai partiti, dalle Chiese alle università. Osservando questo processo e ricollegandosi alle teorie dei critici della burocrazia, Weber sottolineava come fosse ormai in atto un processo irreversibile di "burocratizzazione universale" che tendeva a imprigionare gli uomini in una rete di regole minuziose e a sottometterli al potere, ogni giorno più necessario e irresistibile, degli apparati burocratici moderni. Il che costituiva, a suo giudizio, un enorme pericolo per il futuro della libertà e della democrazia nel mondo contemporaneo.