(ingl. House of Lords) Camera alta del Parlamento britannico. Nata come Camera dei Pari, dove la parola pari («uguale») aveva il significato derivatogli dalla Magna Charta (1215), che riconosceva ai baroni inglesi il diritto a essere giudicati dai propri uguali, fu denominata House of Lords a partire dall’epoca di Enrico VIII. I pari erano tutti i feudatari diretti della corona, convocati nella curia regis con funzioni consultive e per approvare l’imposizione dei tributi. L’assemblea ebbe la funzione di suprema istanza giudiziaria e poi un ruolo in materia di legislazione. Sotto i Tudor, con l’istituzione del Lord chancellor, assunse la sua struttura definitiva; Enrico VIII, nel 16° sec., istituì le speciali lettere patenti con cui i re inglesi in seguito accompagnarono la creazione dei nuovi pari (e il riconoscimento del titolo nobiliare relativo: duca reale, duca, marchese, conte ecc.). La prerogativa sovrana di nominare i pari costituì, dopo la rivoluzione del 1688, lo strumento costituzionale di cui si servì la borghesia per imporre la sua volontà alla Camera dei L. e al paese. Così nel 1712 la regina Anna creando nuovi pari riuscì a far prevalere contro Marlborough il partito della pace, durante la guerra di successione spagnola; e bastò la minaccia di tale provvedimento perché fossero approvate dalla Camera i Reform Acts del 1832 e successivamente le altre leggi di riforma parlamentare, mediante le quali nel Regno Unito il potere politico passò dai L. ai Comuni (➔ Comuni, Camera dei), il che avvenne in maniera definitiva con il Parliament Act del 1911.
La Camera dei L., perduto, in conseguenza della riforma costituzionale del 1911, ogni effettivo potere legislativo, assolve tuttora in parte le originarie funzioni giudiziarie, allorché si costituisce in Alta Corte di giustizia. I suoi membri sono di nomina reale a vita (fino al 1999 i seggi erano trasmessi per via ereditaria).