("I prigionieri") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), composta, probabilmente, nel 193 a.C. e rappresentata entro i cinque anni successivi. È una palliata, senza donne e amori, un dramma dell'amore paterno, in cui la comicità è tutta nelle buffonerie del parassita Ergasilo.
Il vecchio Egione compra due schiavi, il padrone e il suo servo, Tindaro, sperando così di riscattare il proprio figlio prigioniero di guerra. Tindaro generosamente si fa passare per il proprio padrone, che viene lasciato partire. Quest’ultimo, però, in debito di riconoscenza verso Tindaro, torna indietro portando con sé il figlio di Egione. Alla fine si scopre che Tindaro è l’altro figlio di Egione, che era stato rapito da bambino.