Secondogenito (Londra 1630 - ivi 1685) di Carlo I e di Enrichetta Maria, seguì il padre durante il periodo della guerra civile, poi se ne staccò e raggiunse la madre a Parigi. Nel 1648 partecipò al blocco del Tamigi e nel gennaio 1649 tentò invano di ottenere dal parlamento che fosse risparmiata la vita del padre. Alla sua morte, C. assunse il titolo di re e fu proclamato in Scozia (vi si incoronò nel 1651) e in alcune parti dell'Irlanda. Nel 1651, durante la lotta ingaggiata con Cromwell, tentò un'audace marcia su Londra ma fu sconfitto a Worces ter (3 sett.). Fuggì allora in Francia, per restarvi fino al maggio 1660, quando, riconosciuto come re, il 29 faceva il suo ingresso trionfale a Londra. Punì gli uccisori del padre, che, nonostante la dichiarazione di Breda (14 apr.), furono sottratti dal parlamento all'amnistia. Le terre confiscate nel periodo repubblicano furono restituite ai proprietarî precedenti. Il 21 maggio 1662, C. sposava Caterina di Braganza, che gli portò in dote Tangeri e Bombay. Attratto nell'orbita della politica di Luigi XIV, fu in guerra con l'Olanda dal 1664 al 1667, ottenendo la cessione di New Amsterdam (New York), e, concluso col re di Francia il trattato di Dover (1670), nuovamente dal 1672 al 1674. Negli ultimi anni di regno C. sciolse più volte il parlamento per impedire l'approvazione dell'Exclusion bill con il quale i protestanti tentavano di ostacolare la successione del fratello Giacomo. Nel 1683 la congiura di Rye House, ordita dal bastardo duca di Monmouth, portò sul patibolo quasi tutti i congiurati. C., prima di morire, si riconciliò con la Chiesa cattolica.