Artista cinese (Shanghai 1955 - Parigi 2000). Ha studiato nella città natale alla Scuola di arti e mestieri e all'Istituto di arte drammatica, e poi, trasferitosi a Parigi, all'École supérieure des beaux-arts (1986) e all'Institut des hautes études en arts plastiques (1989), svolgendo anche attività didattica. Le sue installazioni hanno come costante l'esplorazione dell'identità culturale in una civiltà tesa alla globalizzazione e la riflessione (mediata da ricordi ed esperienze personali e dalla lettura di testi buddisti) sulle differenze tra Oriente e Occidente, tra cultura tradizionale e cultura contemporanea. Oggetti di uso quotidiano, recuperati e decontestualizzati, acquistano una nuova spiritualità, nuove valenze metaforiche: così i 101 vasi da notte appesi a strutture di legno che ricordano un antico strumento musicale cinese, contrapposti a relitti di vecchi televisori, radio, ecc., nell'installazione Incanti quotidiani (1996), o le sedie e i tavoli trasformati in tamburi in Jue Chang - Cinquanta colpi ciascuno (1998), che ha un esplicito riferimento a una massima buddista, presentato nel 1999 anche alla Biennale di Venezia. Ha partecipato alle più importanti rassegne internazionali d'arte contemporanea; tra le sue mostre personali, si ricorda quella organizzata nel 2000 dalla Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, intitolata Elogio della magia nera, un percorso che invita a riflettere sulla condizione umana e sul valore terapeutico dell'arte.