Cherson Città dell’Ucraina (283,649 ab., stima 2021), capoluogo della provincia omonima (28.300 km2 con 1.016.707 ab., stima 2021). Situata sulla riva destra del fiume Dnepr, a circa 30 km dalla foce di questo, è importante porto fluviale, al quale pervengono i convogli di cereali che discendono il fiume da Kiev, nodo ferroviario e centro aeroportuale. È sede di attività industriali nei settori meccanico (cantieri navali) ed elettromeccanico, alimentare (conservifici di pesce), tessile (cotonifici), del vetro e dei materiali da costruzione. Il museo storico-archeologico, uno dei maggiori dell’Ucraina, ha preziose raccolte di antichità classiche e scito-sarmatiche (dagli scavi di Olbia), medievali, tatare e turche.
Sviluppatasi rapidamente intorno all’arsenale costruito nel 1778 dal principe G. Potëmkin, perdette importanza alla fine del 18° sec., dopo il trasferimento dell’arsenale a Mykolaïv e l’occupazione di Odessa; risorse commercialmente quando il Dnepr fu reso navigabile alle navi di grosso tonnellaggio. Subì numerose occupazioni durante i conflitti mondiali.
Ubicata in un’area strategica di collegamento tra la penisola di Crimea e l’Ucraina continentale, nel febbraio 2022, nel corso del conflitto bellico russo-ucraino, la città è caduta sotto il controllo nemico dopo essere stata sottoposta a un'intensa e prolungata offensiva, mentre nei mesi successivi la resistenza ucraina è riuscita a riconquistare numerosi villaggi, sfondando le difese russe in diverse aree del fronte. Ciononostante, nel settembre 2022, a seguito di un referendum unanimemente condannato dalla comunità internazionale, la Federazione Russa ha unilateralmente annesso ai suoi territori la regione di Cherson, insieme alle autoproclamate repubbliche di Doneck e Luhansk e all'area di Zaporižžja; ciò nonostante, nel mese di novembre, dopo l'abbandono della sponda occidentale del Dnipro da parte delle milizie nemiche, la città è stata liberata e tornata sotto il controllo ucraino. Nel giugno 2023 l'area è stata interessata dal vastissimo allagamento prodotto dalla distruzione della diga di Kachovka, ubicata a circa 50 km dalla città: il crollo dell'infrastruttura ha prodotto una fuoriuscita di 18 miliardi di metri cubi d'acqua, che hanno allagato circa 30 centri abitati, coinvolgendo oltre 40.000 persone e provocando la dispersione di sostanze chimiche e idrocarburi.