Kiev (ucr. Kyiv, Kiiv) Città capitale dell’Ucraina (2.967.360 ab. nel 2020). Capoluogo dell’oblast´ omonima (28.131 km2 con 1.781.044 ab. nel 2020). Si estende su un ripiano terrazzato sulla riva destra del Dnepr, al margine settentrionale della zona delle terre nere. Da questa posizione è venuta la fortuna di K., dapprima come mercato agricolo, di pellicce e di legname, poi come centro industriale. La città è costituita da 3 parti: una antica, sulle colline; una a SO di essa con la fortezza e l’arsenale; una commerciale lungo il fiume; intorno a queste si sono sviluppate zone residenziali e zone industriali. L’attività secondaria è presente nei settori metallurgico, meccanico (cantieri navali), elettrotecnico, chimico, farmaceutico, alimentare, del tabacco, della concia, calzaturiero e tessile. K. è un grande nodo ferroviario, dotato di porto fluviale e di aeroporto. Inoltre, è il centro culturale più importante dell’Ucraina.
La località in epoca scitica (7°-6° sec. a.C.) era già sede di un centro commerciale sul Dnepr, in attivi rapporti con le città greche del Mar Nero. Slavizzata nel 6°-7° sec. d.C., ebbe fin da allora il nome attuale. Alla metà del 9° sec. fu occupata dai Variaghi che ne fecero il capoluogo del regno (poi granducato) di Rus´. Dopo l’introduzione del cristianesimo (989), col granduca Jaroslav (1015-54) divenne il massimo centro della vita amministrativa e culturale della Chiesa in Russia, primato destinato a esaurirsi nel 13° sec. a causa della presa di Costantinopoli (quarta crociata), della occupazione subita dai Tatari, dell’abbandono del metropolita (1299). K. fu prima sottomessa dai granduchi di Lituania (14° sec.), poi (1569) incorporata al Regno unito di Polonia, infine (1686) incorporata alla Russia, divenendo sotto Pietro il Grande capoluogo di provincia (1708) e poi di governatorato. Dopo la rivoluzione del febbraio 1917, fu eretta a capitale della Repubblica democratica ucraina (1918-20), per passare in stabile potere dei Soviet. Nel corso della Seconda guerra mondiale fu occupata (1941-43) dai Tedeschi, i quali la lasciarono per gran parte distrutta, dopo averne massacrato pressoché per intero la popolazione ebraica (circa 50.000 ab.).
Della parte antica della città si conservano notevoli monumenti, dalla cattedrale di S. Sofia (1037; trasformata nel 17°-18° sec. in stile barocco ucraino nelle cupole e in facciata; ha affreschi preziosi dell’11° sec., il più antico documento di pittura russo-bizantina, e importantissimi mosaici) ai numerosi monasteri: Laura delle Grotte (Kievo-Pečerskaja Lavra), con la chiesa della Trinità (12° sec.); monastero Vydubickij con la cattedrale di S. Michele (11° sec., restaurata nel 18° sec.); S. Cirillo (12° sec., restaurata nel 17° sec.). Al rinnovamento della fine del 17° e del 18° sec. risalgono S. Giorgio, Ognissanti e S. Andrea (18° sec.), opera di B.F. Rastrelli come il Palazzo di Maria, ex residenza imperiale, e vari altri edifici. Edifici neoclassici di V.I. Beretti e svariati edifici in stile eclettico tra 19° e 20° secolo.
Nel febbraio 2022, nel corso del violento conflitto esploso a seguito dell'invasione russa del Paese, la città è stata posta sotto assedio e ripetutamente attaccata dall'esercito russo, i cui avamposti hanno occupato con carri armati e unità di fanteria motorizzata alcuni sobborghi della capitale, tentando nei giorni successivi di raggiungere la sua periferia orientale e riuscendo nel mese successivo ad accerchiarla totalmente e a sottoporla a incessanti bombardamenti, che hanno colpito edifici civili e l'aeroporto. L'esercito russo ha iniziato ad abbandonare l'area alla fine di marzo per serrare le fila sul fronte orientale e meridionale del Paese, concentrarsi sul fronte del Donbass.