Gallini, Clara. – Antropologa culturale italiana (Crema 1931 - Roma 2017). Già docente di Storia delle religioni a Cagliari, di Antropologia culturale presso l'Istituto di Studi Orientali di Napoli e in seguito a Roma, poi professore emerito dell'Università di Roma “La Sapienza” e presidente onorario dell’Associazione Internazionale Ernesto de Martino, ha fornito sostanziali contributi all’antropologia italiana inscrivendosi nel solco di studi aperto da E. de Martino, di cui è stata allieva ed erede più significativa. Studiosa del sacro nei contesti demologici europei e dei processi di modernizzazione delle comunità tradizionali, tra i suoi principali scritti vanno citati: Il consumo del sacro: feste lunghe di Sardegna (1971); La sonnambula meravigliosa (1983); La ballerina variopinta. Una festa di guarigione in Sardegna (1988); Il miracolo e la sua prova. Un etnologo a Lourdes (1998); Intervista a Maria (2003); Croce e delizia. Usi abusi e disusi di un simbolo (2006); Incidenti di percorso. Antropologia di una malattia (2016).
VITA E OPERE
Laureata in Storia delle religioni nel 1954 presso l’Università statale di Milano e perfezionatasi (1958) alla Sapienza di Roma sotto la guida di U. Bianchi e R. Pettazzoni, dal 1959 assistente di E. de Martino di Etnologia e di Storia delle religioni presso l'Università di Cagliari, dal 1965 al 1978 è stata docente di Storia delle religioni nello stesso ateneo, per poi tenere la cattedra di Antropologia culturale presso l'Istituto di Studi Orientali di Napoli e in seguito all'Università la Sapienza di Roma, dove è attualmente professore emerito. Socio fondatore e presidente dell'Associazione internazionale Ernesto de Martino, G. è stata compartecipe dei più fertili indirizzi dell’antropologia italiana della seconda metà del Ventesimo secolo, nella quale ha rivestito un ruolo cardinale quale esponente di quella scuola antropologica sarda che annovera tra i suoi membri, oltre a A.M. Cirese, G. Angioni, P.G. Solinas e P. Clemente. Studiosa di impostazione marxiana, ha dedicato alla Sardegna i suoi lavori più importanti, frutto di ricerche sul campo che hanno instaurato una nuova metodologia e nuovi strumenti analitici nell’ambito degli studi demologici, sostanziati da quel concetto di subalternità che percorre trasversalmente le classi disagiate ma anche il mondo femminile, di cui G. è stata attentissima osservatrice. Curatrice di molta della produzione di de Martino, tra i suoi principali scritti vanno citati: I rituali dell'àrgia (1967); Protesta e integrazione nella Roma antica (1970); Il consumo del sacro: feste lunghe di Sardegna (1971); La sonnambula meravigliosa (1983); La ballerina variopinta. Una festa di guarigione in Sardegna (1988); Patrie elettive: i segni dell'appartenenza (2003); Il miracolo e la sua prova. Un etnologo a Lourdes (1998); Giochi pericolosi. Frammenti di un immaginario alquanto razzista (2000); Patrie elettive: i segni dell'appartenenza (2003); Cyberspiders. Un’etnologa nella rete (2004); Croce e delizia. Usi abusi e disusi di un simbolo (2006); Croce e delizia. Usi, abusi e disusi di un simbolo (2007); Il ritorno delle croci (2009); il più recente, e autobiografico, Incidenti di percorso. Antropologia di una malattia (2016).