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Libeskind, Daniel

Enciclopedia on line
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Architetto polacco (n. Łódź 1946), naturalizzato statunitense nel 1965. Teorico dell'architettura e artista nel senso più ampio del termine, è considerato tra i protagonisti dell'architettura decostruttivista; fra le sue realizzazioni più originali e interessanti il Jüdisches Museum di Berlino (1998). Nel 2003 si è aggiudicato il progetto per la ricostruzione del World trade center di New York.

Vita

Di famiglia ebraica, dopo essersi trasferito per qualche tempo in Israele, e aver studiato musica in Israele e negli Stati Uniti, si è laureato in architettura alla Cooper Union di New York e ha proseguito la propria formazione in Gran Bretagna. Intellettuale e artista prima ancora che architetto, ha insegnato negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Significativo nell'evoluzione della sua ricerca è stato il periodo di insegnamento (1978-85) presso la Cranbrook academy of art a Bloomfield Hills, Michigan. Nel 1986, a Milano, ha fondato e diretto fino al 1989 il laboratorio didattico sperimentale Architecture intermundium. Tornato negli Stati Uniti, ha portato avanti le sue sperimentazioni presso il Center for the arts and the humanities della Getty Foundation a Los Angeles. Nel 1988 ha fatto parte del gruppo di architetti selezionati da P. Johnson e M. Wigley per la mostra Deconstructivist architecture al Museum of modern art di New York. Nel 1989 si è trasferito in Europa dopo aver vinto il concorso per il Jüdisches Museum di Berlino, dove ha aperto un nuovo studio. Fra i premi ricevuti: il Leone di pietra alla Biennale di Venezia (1985).

Opere

Le sue architetture risentono dell'influsso delle avanguardie storiche e sono espressione di una ricerca intellettualistica pregna di costruzioni teoriche, talora esplicitate in appositi scritti (Between zero and infinity, 1981; Chamber works, 1983; Theatrum mundi, 1985; Line of fire, 1988; Radix: matrix, 1994), che vanno considerati come parti integranti dei suoi progetti. La sua prima realizzazione, il già citato Jüdisches Museum di Berlino, preceduta da numerosi progetti teorici, architettonici e urbanistici, segna la piena maturità del suo iter formativo. Dall'impostazione del progetto berlinese deriva anche il Museo Felix Nussbaum a Osnabrück (1998). Ricordiamo ancora Memoria e Luce (2005), installazione realizzata a Padova in ricordo delle vittime del World Trade Center. L. si è inoltre occupato dell'ampliamento dell'Art Museum di Denver, portato a termine nel 2006. Nel 2007 ha realizzato la copertura del cortile dello Jüdisches Museum a Berlino, progetto per il quale si è ispirato alla festa ebraica dei Tabernacoli, e il Michael Lee-chin Crystal, ampliamento del Royal Ontario Museum  a Toronto, ispirato dalla collezione di minerali ospitata dal museo stesso, mentre nel 2010 ha portato a termine la costruzione del Gran Canal Theatre di Dublino e nel 2011 quella del Wheel of conscience monument di Halifax, in Canada, scultura destinata a ricordare la responsabilità del Paese durante la Shoah. Nel 2014 è stata conclusa la ricostruzione, progettata nel 2003, dell'area in cui sorgevano le Twin Towers, dove è stato realizzato il One World Trade Center; tra le realizzazioni più recenti si citano, nel 2015, la scultura The life electric (Como) e i portali di EXPO (Milano), mentre dal 2019 è in corso di realizzazione a Loodariak (Kenya) il Ngaren Museum of Humankind, al cui progetto ha collaborato il paleoantropologo R. Leakey. Tra i progetti ultimati più recentemente si citano il grattacielo Century Spire di Manila (2013-19) e lo spazio per hockey su ghiaccio Nokia Arena di Tampere, Finlandia (2017-21).

Vedi anche
decostruttivismo (o decostruzionismo) Corrente architettonica impostasi all'attenzione internazionale alla fine degli anni Ottanta del 20° secolo. Il d. si ricollega alle sperimentazioni del costruttivismo russo nel rifiuto netto della purezza formale della tradizione modernista: si disegnano allora edifici dalle geometrie ... Peter Eisenman Architetto statunitense (n. Newark, New Jersey, 1932). Profondo conoscitore del razionalismo italiano, teorico del gruppo newyorkese dei Five architects, ha progettato piani residenziali e di urbanistica, innovative abitazioni private e edifici pubblici, ricercando sempre una dialettica fra opposti architettonici. Vita ... Ground Zero Locuzione (propriamente "livello zero", impiegata per indicare l’area desertica del New Mexico dove erano stati effettuati i primi test nucleari nel 1945, e successivamente le città di Hiroshima e Nagasaki, devastate dalle due bombe atomiche statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale) con cui ... edificio edifìcio In generale, qualsiasi costruzione immobile realizzata dall'uomo. Specificando l'uso, il carattere, lo scopo cui è destinato: e. di abitazione, casa per una e più spesso per più famiglie; e. sacro, quello destinato al culto o comunque legato all'esercizio di pratiche religiose; e. monumentale, ...
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  • MUSEUM OF MODERN ART
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  • JÜDISCHES MUSEUM
  • DECOSTRUTTIVISTA
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  • Libeskind, Daniel
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    Libeskind, Daniel. – Architetto di origine polacca (n. Lódz 1946) con cittadinanza statunitense (dal 1956) e israeliana. La sua formazione architettonica avvenne alla Cooper Union di New York, dove si è laureato nel 1970, ed è proseguita presso la University of Essex, nel Regno Unito. Dopo aver ...
  • Libeskind, Daniel
    Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
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Vocabolario
decostruttivismo
decostruttivismo s. m. In architettura, tendenza alla scomposizione delle linee e dei volumi, affermatasi negli anni Ottanta del XX secolo. ◆ Peter Eisenman, 72 anni, è uno dei maggiori architetti internazionali ed è famoso anche per i...
archistar
archistar s. m. e f. inv. Architetto molto famoso. ◆ «La democrazia partecipativa - scrive [Joseph Rykwert] - sta passando di mano dagli elettori agli azionisti e agli utenti». Questa analisi si salda a quanto scrivono, forse con altro...
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