(gr. Συρία ϑεά; lat. Dea Syria) Nome dato dai Greci e dai Romani ad Atargatis, la grande divinità femminile semitica originaria della Siria, il cui centro principale di venerazione era Bambice (Ierapoli). Al pari di altre grandi divinità femminili era oggetto di un culto orgiastico e fragoroso, con pratiche di autolesione fino all’autoevirazione, esaltazioni visionarie e profetiche da parte dei sacerdoti e vistose manifestazioni penitenziali.
Diffusasi con il suo culto in Grecia a partire dall’età ellenistica, a Roma e nell’Occidente romano già alla fine del 2° sec. a.C., fu identificata con Afrodite e soprattutto con Cibele, ma conservò sempre la sua origine siriaca. Inizialmente è raffigurata come dea della fecondità: nuda fino alla cintola, con lunghe trecce, mentre stringe i seni con le mani; in epoca ellenistico-romana è avvolta in un chitone, assisa su un trono fra due leoni o due sfingi, oppure seduta su un leone.