Eliminazione di atomi d’idrogeno in un composto chimico. Può essere realizzata per azione del calore riscaldando a temperatura di 600-800 °C ( d. termica), mediante l’impiego di catalizzatori, generalmente a base di ossidi ( d. catalitica), per aggiunta di sostanze in grado di combinarsi con l’idrogeno ( d. ossidativa) o in presenza di enzimi. La d. generalmente porta alla formazione di uno o più doppi legami oppure a una condensazione. L’idrogeno può essere eliminato o come gas elementare o sotto forma di acqua, acido solfidrico, seleniuro di idrogeno: il primo caso è tipico delle d. termiche, il secondo delle d. con agenti ossidanti. La d. termica è poco selettiva ed è un processo che sempre accompagna le operazioni di cracking. Il meccanismo più comunemente accettato per la d. termica è quello radicalico mentre la d. catalitica, coinvolge i centri attivi presenti sulla superficie del catalizzatore.
Le reazioni di d. vengono largamente impiegate per la preparazione di diversi composti di interesse nella industria chimica. Per es. per d. dei cicloalcani presenti nelle frazioni petrolifere si ottengono i corrispondenti composti aromatici, per d. degli alcoli si ottengono le aldeidi o i chetoni corrispondenti e così via.
I processi di d. sono tra i più diffusi in tutti gli organismi viventi poiché coinvolti nell’ossidazione degli alimenti o dei metaboliti; essi sono catalizzati dagli enzimi deidrogenasi della classe ossidoreduttasi. Sono proteine coniugate i cui coenzimi sono in genere nucleotidi flavinici (FAD e FMN) o nicotinici (NAD e NADP). Le più importanti d. sono l’ alcol- deidrogenasi, la malato-deidrogenasi, la lattato- deidrogenasi, la glutammico-deidrogenasi. Le deidrogenasi intervengono in importanti processi biologici quali la respirazione e la fermentazione, il ciclo degli acidi tricarbossilici, la deamminazione ossidativa, la sintesi e l’ossidazione degli acidi grassi, la sintesi e la degradazione degli amminoacidi, la fosforilazione ossidativa, la fotosintesi, la glicolisi ecc.