(o disboscamento) Processo, spesso di lunga o lunghissima durata, di eliminazione del bosco in aree talora assai vaste, con conseguenti sensibili mutamenti delle caratteristiche del clima locale (aumento delle escursioni termiche diurne e stagionali) e del suolo su cui era insediato il bosco (diminuzione o scomparsa di sostanza organica, erosione superficiale e frane, per il venir meno dell’azione di regolazione del deflusso idrico esercitata dagli alberi e dal detrito organico presente nel terreno), e con effetti sui terreni contermini posti a valle del bosco (alluvioni). Il d. può essere determinato da fattori naturali o dall’azione, diretta e indiretta, dell’uomo. Radicali e permanenti modificazioni del clima (glaciazioni, aridità, forti venti) sono state alla base della scomparsa di boschi e foreste in tutti i continenti (per es., latitudini settentrionali dell’Europa, zone desertiche dell’Africa e del Medio Oriente). Prevalente è stata tuttavia (specialmente negli ultimi secoli, in coincidenza con l’incremento della popolazione) l’azione di d. svolta dall’uomo ai fini di utilizzare il legname e aumentare le aree coltivabili: si stima, per es., che in Europa i 2/3 delle foreste primitive siano stati distrutti per far posto allo sfruttamento agricolo.