E. genetica Perdita di diversità genetica naturale causata dall’estinzione di specie vegetali e animali. La progressiva distruzione di ecosistemi molto ricchi di specie (come le foreste pluviali tropicali, in cui vive la metà delle specie animali e vegetali presenti sulla Terra) e l’industrializzazione delle pratiche agricole e zootecniche sono i principali responsabili della e. genetica; si prevede un aggravamento del fenomeno, principalmente per ciò che riguarda le specie vegetali, a causa delle deforestazioni e dell’applicazione delle tecniche di monocoltura, del sovrapascolo e dell’urbanizzazione.
L’industrializzazione dell’agricoltura, con l’uso di un numero limitato di varietà vegetali ad alto rendimento, ha causato la perdita di gran parte dei ceppi locali di sementi. Per arginare tale fenomeno sono sorti in tutto il mondo numerosi centri per la conservazione e il miglioramento delle varietà vegetali eduli di maggiore interesse: banche dei semi, come il Seed Storage Laboratory del Colorado; centri per il miglioramento del mais e del grano, come quello di El Batan (Messico), o delle patate, come quello di Huancayo (Perù), o del riso, come quello di Los Banos (Filippine); l’Istituto del germoplasma del CNR di Bari, per grano e piselli.
Genericamente, il complesso delle azioni abrasive condotte dagli agenti esogeni sulla superficie terrestre. Le e. sono classificate con aggettivi che riflettono la loro natura: da fiumi e. fluviale o normale; dal mare e. marina o abrasione; dai ghiacciai e. glaciale o esarazione; dal vento e. eolica o corrosione. Portano come risultato, insieme al trasporto e al deposito, un modellamento del paesaggio terrestre.
L’intensità dell’e. è fortemente condizionata da una serie di fattori: clima, altitudine, latitudine, tipo di rilievo, tipo di roccia, copertura vegetale, tettonica. Il processo alla base dell’e., consistente nell’insieme delle modificazioni fisiche (variazioni di temperatura) e chimiche (dissoluzione, idrolisi, idratazione, ossidazione) subite da una roccia è la degradazione meteorica. Da tali modificazioni si formano detriti che possono rimanere in posto, andando così a costituire una copertura di spessore variabile (regolite), o venire allontanati e trasportati dagli agenti naturali. In aree collinari e montagnose i prodotti di disfacimento delle rocce, in assenza di una buona copertura vegetale, vengono asportati dalle acque meteoriche o fluviali e possono essere mobilizzati per gravità, dando origine in questo modo ai cosiddetti movimenti in massa (soliflusso, creeping, caduta di detrito, frane), che mettono a nudo la roccia sottostante, innescando nuovamente i processi erosivi.
Indipendentemente dall’agente erosivo, l’e. presenta spesso efficacia differente, poiché opera su rocce che reagiscono diversamente. Si parla, in questo caso, di e. selettiva, per cui le rocce più tenere vengono spianate fino ad avere superfici piatte o lievemente ondulate, mentre quelle più dure vanno a costituire rilievi che emergono rispetto al paesaggio circostante.
E. antropica Rappresenta un fenomeno di vasta entità legato alle attività umane: disboscamento; prelievo di sabbie e ghiaie dai fiumi, con conseguente erosione delle coste; antropizzazione dei litorali, con scomparsa delle dune. E. accelerata
Fenomeno che si verifica quando, spesso a causa di interventi antropici, l’asporto dei detriti diventa più rapido della formazione del suolo. La sua gestione richiede la definizione di modelli previsionali per scongiurare il rischio di impoverimento o di riduzione dei suoli stessi. Inoltre sono stati sviluppati alcuni modelli in grado di simulare, attraverso procedure di calcolo, i processi fisici dell’e. (disgregazione, trasporto e sedimentazione delle particelle di suolo). Interessanti risultati sono stati ottenuti applicando modelli a logica fuzzy alla previsione dell’e. dei suoli: tali modelli consentirebbero infatti di conseguire attendibili previsioni, confrontabili con quelle ottenute secondo la più diffusa metodologia parametrico-statistica.
In dermatologia, lesione superficiale e circoscritta della cute o delle mucose, dovuta alla perdita parziale o totale dell’epitelio di rivestimento.