Dicotiledoni
Molti alberi, arbusti e piante erbacee appartengono alla classe delle Dicotiledoni, il cui seme, cioè, contiene due cotiledoni, le primissime foglioline che nutrono la piccola pianta durante i primi stadi dello sviluppo. Le loro foglie, dalle forme variabili, hanno nervature che percorrono tutta la superficie disegnando una rete
Tra le famiglie più conosciute di questa classe ci sono le Betulacee (betulla e ontano), le Fagacee (quercia, faggio, castagno), le Crocifere (cavolo, senape, colza), le Rosacee (rosa, melo, pero, pesco), le Leguminose (fagiolo, pisello, fava, lenticchia), le Solanacee (patata, pomodoro, peperone, melanzana).
Tali piante sono così chiamate perché i loro semi sono diversi da quelli di un altro gruppo, le Monocotiledoni. I due gruppi, che i botanici chiamano classi, formano la divisione delle Angiosperme: piante che producono fiori e con semi avvolti e protetti dai frutti. Dicotiledoni e Monocotiledoni, perciò, producono entrambe semi e la loro differenza sta nell'avere il primo gruppo due cotiledoni, mentre il secondo uno soltanto. Ma cosa sono dunque i cotiledoni? Ogni seme, anche se piccolissimo, contiene un embrione: un gruppo di cellule ammassate che, dopo la germinazione, svilupperà in una piantina. L'embrione situato all'interno del seme è piccolissimo e ha la forma di bastoncino: un asse dalle cui estremità si svilupperanno, da una parte, le radici e, dall'altra, il giovane fusto. L'asse dell'embrione porta anche foglioline minuscole: i cotiledoni. Senza i cotiledoni il seme non potrebbe germinare né potrebbe svilupparsi la piccola piantina. Entrambi infatti hanno bisogno di nutrirsi per sopravvivere, ma non sono ancora capaci di farlo da soli. I cotiledoni garantiscono la loro sopravvivenza perché sono ricchi di sostanze nutritive; sono, perciò, organi di riserva che nutrono l'embrione all'interno del seme e, quando il seme è germinato, la nuova piantina.
È facile riconoscere le Dicotiledoni durante una passeggiata su un prato o in un bosco. Ne fanno parte la maggior parte degli alberi, degli arbusti e delle piante erbacee o rampicanti, fino a un totale di circa 190.000 specie. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le forme arboree sono quelle meno evolute.
Innanzitutto, possiamo notare che le foglie sono sorrette da un picciolo attaccato al fusto. Ora osserviamo la loro forma: alcune sono ovali, altre sono a forma di cuore, altre ancora sono composte, cioè formate da tante piccole foglioline riunite insieme. Tutte le foglie di queste piante sono retinervie, cioè hanno nervature che si estendono per tutta la superficie della foglia come una rete. Molte volte, disegnando una foglia, avremo tracciato quelle linee che percorrono tutta la superficie. Queste ultime, generalmente, partono da una nervatura centrale più grossa, che taglia la foglia più o meno a metà, e si estendono fino ai suoi margini. La radice delle Dicotiledoni è 'a fittone', cioè formata da un asse principale da cui partono filamenti più brevi, come quella della carota.
Le Dicotiledoni sono le piante in cui i fiori e i frutti presentano la massima varietà di forma, colore, profumo, gusto. Hanno fusti erbacei oppure legnosi. I primi sono teneri, fragili e di colore verde, mentre gli altri , quelli degli alberi e degli arbusti, sono duri e rigidi, in grado di sostenere la pianta. Il loro fusto, inoltre, a differenza di quello delle Monocotiledoni, si accresce di anno in anno aumentando il suo diametro perché contiene cellule speciali che producono nuovi strati di legno ogni anno.