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dramma

di Antonella Gargano - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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dramma

Antonella Gargano

La vita sulla scena

Il dramma è un componimento letterario destinato alla rappresentazione scenica che si sviluppa come genere teatrale autonomo nella Francia del 18° secolo. In questa forma, rielaborando profondamente le regole della tragedia e della commedia antica, mette in scena azioni ricche di contrasti e di pathos, espressione di un realismo attento ai conflitti e alle condizioni della società contemporanea

Il termine dramma

La prima definizione di dramma che conosciamo è molto antica e risale ad Aristotele (4° secolo a.C.). Il filosofo greco analizzò quelle che considerava le due forme principali di composizione letteraria, l'epica e il dramma, e le distinse nettamente tra loro. Mentre il componimento epico (come, per esempio, l'Iliade) contiene il racconto di numerose azioni, nel dramma l'autore non racconta storie o gesta, ma sono gli stessi personaggi a presentarsi in modo diretto attraverso l'azione e il dialogo. Il termine dramma, che deriva dal greco e significa "azione scenica", ha infatti la sua origine in un verbo che vuol dire "agire".

Nell'antichità greca, e poi in epoca romana, si definiva con questa parola qualsiasi azione rappresentata sulla scena: una tragedia, una commedia o una farsa. A partire dalla metà del 18° secolo, invece, il dramma diventa un genere teatrale autonomo. Ma ancora oggi l'espressione lavoro drammatico (come l'inglese play, il francese pièce, il tedesco Stück e lo spagnolo pieza) può alludere genericamente a una qualsiasi produzione teatrale.

Il dramma dal Medioevo all'Età barocca

In Europa, a partire dal 9° e fino al 16° secolo si assiste alla diffusione di dialoghi in latino, destinati a essere recitati, i cui temi sono tratti dalla vita di Cristo. Queste azioni sceniche dialogate prendono il nome di dramma liturgico. La loro origine è nei riti religiosi della Chiesa cattolica medievale e nell'inserimento al loro interno di parti drammatiche, solitamente cantate (tropi), che in seguito diventano sempre più autonome e accolgono anche tematiche profane. Inizialmente è la liturgia pasquale con la Passione di Cristo a offrire i soggetti prevalenti. Ancora oggi in Germania, nella cittadina bavarese di Oberammergau, si svolgono rappresentazioni sacre secondo una tradizione che risale al 1634 e si ripete ogni dieci anni.

Con il tempo la rappresentazione delle parti dialogate aggiunte ai cantici ecclesiastici della liturgia tradizionale abbandona lo spazio dell'altare e del coro, per cercare un luogo esterno alla chiesa (il sagrato, la piazza), che simboleggia il Santo Sepolcro, dando inizio al dramma dell'età moderna.

Nell'Umanesimo, quando ai soggetti religiosi si sostituiscono motivi legati al mondo agreste e alla vita di campagna idealizzata, ispirata ai paesaggi classici dell'Arcadia, nasce il dramma pastorale. Gli esempi più noti di questo genere, che ha tra i suoi modelli gli Idilli (3° secolo a.C.) del greco Teocrito e le Bucoliche (1° secolo a.C.) di Publio Virgilio Marone, sono l'Orfeo (1480) di Angiolo Poliziano e l'Aminta (1573) di Torquato Tasso. La produzione del dramma pastorale arriva fino alle soglie del Seicento e, con il Pastor fido (1590) di Giovan Battista Guarini, raggiunge i preziosismi stilistici della cultura di quell'epoca.

Nascita del dramma moderno

Dalla metà del Settecento il termine dramma definisce un genere autonomo, sviluppatosi in opposizione alle regole classiche che dividevano e distinguevano la produzione drammatica in tragedia e commedia. Fino ad allora un canone piuttosto rigido aveva assegnato esclusivamente alla tragedia le imprese di eroi, sovrani ed esponenti dell'élite, mentre la commedia era destinata alla rappresentazione comica di vicende legate a esponenti di classi sociali inferiori. La netta separazione era confermata dalla consuetudine di far seguire alla rappresentazione di una trilogia tragica un dramma satiresco, che aveva la funzione di ristabilire, con i contenuti e lo stile farsesco, un equilibrio rispetto alla tragedia.

È nella Francia dell'Illuminismo che quel canone e quella separazione vengono messi in discussione, per dare vita al dramma moderno. Anche i membri delle classi medie vengono ora considerati possibili protagonisti di vicende tragiche e si ritiene possano suscitare (come, secondo Aristotele, la tragedia del mondo classico) sentimenti di terrore e pietà. I primi esempi di contaminazione tra i due generi si hanno con la commedia lacrimosa di ambientazione borghese.

Le teorie sul dramma

Le prime teorie sul dramma moderno si devono al francese Denis Diderot, che mira alla creazione di un genere serio, in prosa e non in versi, finalizzato a portare in scena i conflitti quotidiani di uomini comuni e a dare spazio, più che ai caratteri dei personaggi, agli ambienti in cui essi agiscono. Lo stesso Diderot mise in pratica le sue teorie in drammi che si confrontavano con i problemi del tempo (Il figlio naturale, 1757; Il padre di famiglia, 1758). Sempre in Francia tra gli autori del dramma serio va ricordato anche Voltaire.

In Germania un contributo fondamentale alla teorizzazione del dramma viene in quegli anni da Gotthold Ephraim Lessing, che nella sua Drammaturgia d'Amburgo (1767-69) polemizza in parte con Diderot, recuperando l'importanza dei caratteri per i personaggi, e scrive per le scene alcuni drammi borghesi (Miss Sara Sampson, 1755; Minna von Barnhelm, 1767; Emilia Galotti, 1772). Tra il 1770 e il 1780 il gruppo dello Sturm und Drang ("Tempesta e assalto") alterna nei drammi i toni della ribellione politica a quelli della polemica sociale (Jakob Michael Reinhold Lenz, Il precettore, 1774, e I soldati, 1776; Heinrich Leopold Wagner, L'infanticida, 1776). In Inghilterra verso la fine del secolo ha grande fortuna il dramma sentimentale, a cui aveva già aperto la strada il dramma domestico di George Lillo Il mercante di Londra (1731).

Il dramma nell'Ottocento

Il clima del teatro ottocentesco in quasi tutta l'Europa, con la centralità del realismo e, nella seconda metà del secolo, con il naturalismo, è dominato dal dramma d'ambiente. Il dramma russo alterna la satira sociale (Nikolaj V. Gogol´, Il revisore, 1836) alla rappresentazione di mondi desolati (Maksim Gor´kij, L'albergo dei poveri, 1902); sulle scene tedesche Friedrich Hebbel disegna nella Maria Maddalena (1844) un quadro tragico del moralismo borghese e Gerhard Hauptmann apre la strada al dramma sociale che dà voce alle masse (I tessitori, 1892), mentre in Francia con La signora delle camelie (1848) di Alexandre Dumas il patetismo romantico diventa analisi di costume.

Alle soglie del Novecento, mentre Hugo von Hofmannsthal sperimenta il dramma lirico, i temi borghesi si aprono all'indagine psicologica con il russo Anton Čechov, i drammi del norvegese Henrik Ibsen mescolano sfondi realisti a suggestioni simboliste e con lo svedese August Strindberg l'introspezione si trasforma in allucinazione. Nelle opere di alcuni di questi autori si manifestano i primi segni di crisi della struttura drammaturgica tradizionale. Lo spostamento della tensione drammatica nell'interiorità o nel passato dei personaggi comporta, infatti, la negazione dei due elementi formali costitutivi del dramma: l'azione, sostituita da uno stato della coscienza o dalla nostalgia del passato, e il dialogo, al posto del quale interviene di frequente il monologo di soggetti chiusi nella solitudine o nell'autoanalisi.

La crisi dell'io nel teatro del Novecento

Il teatro del Novecento pone al suo centro la crisi dell'Io (Luigi Pirandello, Eugene O'Neill, Thornton Wilder), ripresa nel secondo dopoguerra dalla prospettiva dell'esistenzialismo (Jean-Paul Sartre), che affronta le inquietudini e gli interrogativi dell'individuo. Con Bertolt Brecht alla forma tradizionale del dramma si sostituisce il teatro epico, che attraverso effetti estranianti (per esempio proiezioni su uno schermo, songs) vuole evitare l'immedesimazione dello spettatore con la vicenda rappresentata e farne invece un osservatore critico.

Negli anni Cinquanta la dissoluzione del dramma porta al teatro dell'assurdo (Eugène Ionesco, Samuel Beckett), mentre negli anni Sessanta il dramma di situazione (Harold Pinter) mette in scena conflitti e tensioni su uno sfondo di vita quotidiana.

Infine, nel corso del Novecento nasce anche una particolare forma di dramma, il dramma radiofonico, termine che designa una produzione nata appositamente per la radio o come adattamento di un testo teatrale rielaborato per una trasmissione radiofonica.

Vedi anche
tragedia Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, oltre che per il tono e lo stile elevato, per uno svolgimento e soprattutto una conclusione segnati da fatti luttuosi e violenti, da gravi sventure e sofferenze. 1. L’età classica 1. La tragedia greca. La tragedia di Eschilo, Sofocle, Euripide, ... commèdia commèdia Secondo la definizione invalsa nel 16° sec., rappresentazione scenica, generalmente in versi, di una vicenda tratta dalla vita comune, che, attraverso un susseguirsi di casi divertenti, si risolve lietamente. Sopravvive oggi come forma d’arte drammatica pressoché unica, in cui però il lieto ... dialogo La parte di uno scritto e, più spesso, di un’opera scenica, narrativa, o di un film, in cui sono introdotti a parlare due o più personaggi.  letteratura Prescindendo dalle opere sceniche, dove è nel suo proprio luogo, e senza tener conto degli elementi dialogici contenuti nelle liriche, nei poemi, nella ... monologo Discorso continuato, soprattutto orale ma anche scritto, tenuto da una sola persona che si rivolge a sé stessa o ad altri, dai quali non attende o non ammette risposte o critiche, e con i quali non intende stabilire un dialogo. letteratura monologo interiore Tecnica narrativa, sperimentata da É. Dujardin ...
Indice
  • 1 Il termine dramma
  • 2 Il dramma dal Medioevo all'Età barocca
  • 3 Nascita del dramma moderno
  • 4 Le teorie sul dramma
  • 5 Il dramma nell'Ottocento
  • 6 La crisi dell'io nel teatro del Novecento
Categorie
  • FORME E GENERI in Teatro
Altri risultati per dramma
  • dramma
    Enciclopedia on line
    Componimento letterario destinato alla rappresentazione sulla scena; comprende quindi, oltre al d. propriamente detto, la tragedia, la commedia, la farsa ecc. D. satiresco Antica forma di rappresentazione drammatica greca (σατυρικὸν δρᾶμα o Σάτυροι), in cui il coro era composto stabilmente di ‘satiri’ ...
  • DRAMMA
    Enciclopedia Italiana (1932)
    La retorica tradizionale iscriveva la poesia drammatica tra i varî generi letterarî (epica, lirica, oratoria, ecc.). L'estetica moderna ha negato, come si sa, una reale autonomia di cotesti generi, riducendoli tutti a un'unica "liricità". Tuttavia la parola dramma continua anche oggi, come presso gli ...
Vocabolario
dramma¹
dramma1 dramma1 (ant. drama) s. m. [dal lat. tardo drama -ătis, gr. δρᾶμα -ατος, propr. «azione», der. di δράω «agire»] (pl. -i). – 1. In senso lato, e più vicino all’etimologia, qualunque componimento letterario, sia tragico sia comico,...
dramma²
dramma2 dramma2 (o dracma; ant. dragma) s. f. [dal lat. drachma, gr. δραχμή, forse der. di δράξ «pugno», per indicare in origine la quantità di ὀβελοί (v. obolo) che poteva esser contenuta in un pugno]. – Unità ponderale e monetaria degli...
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