editoria
L'industria della parola scritta
L'editoria è l'industria che si occupa della pubblicazione e della distribuzione di libri, quotidiani e periodici e della diffusione di informazione. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta del 20° secolo ha ampliato il suo campo di attività assumendo nuove caratteristiche: ai prodotti tradizionali, stampati su carta, si sono affiancati quelli in formato digitale e su supporti elettronici, come CD ROM e DVD, e quelli diffusi in rete
L'editoria nel senso moderno nasce solo all'inizio dell'Ottocento, con l'applicazione dei metodi industriali alla produzione e alla commercializzazione su larga scala di libri e giornali. Tuttavia come attività artigianale l'editoria è antica quanto il libro. Prima dell'invenzione della stampa la figura dell'editore coincideva con quella del libraio e dell'amanuense.
Antenate delle moderne case editrici del mondo occidentale sono state le botteghe librarie che nell'antica Roma, tra il 1° e il 2° secolo d.C., svolgevano tutte le operazioni relative alla produzione dei libri. Dopo la caduta dell'Impero Romano, la produzione riprende lentamente a opera degli scriptoria, i 'centri di scrittura' organizzati nei monasteri (abbazie). Intorno al Quattrocento nasce la figura dello stazionario, artigiano-libraio che copia e vende i fascicoli di cui erano composti i testi originali (exemplaria).
Intorno al Cinquecento, con la diffusione della stampa, i libri di autori moderni e contemporanei in latino e in volgare cominciano a rappresentare una considerevole percentuale di produzione e di mercato. Nascono i primi successi editoriali: la terza edizione dei Colloqui di Erasmo da Rotterdam nel 1522 arriva a 24.000 copie. È in quest'epoca che appare la figura dell'editore moderno, che ha a disposizione un notevole capitale, una tipografia efficiente e una vera e propria redazione formata da letterati e consulenti che producono, rivedono e traducono testi per un mercato sempre più ampio e differenziato.
Il più celebre editore-tipografo rinascimentale è forse il veneziano Aldo Manuzio, che alla fine del Quattrocento inventa la collana editoriale e lancia sul mercato i 'libretti da mano', precursori dei tascabili moderni. Nel Cinquecento si afferma l'usanza di preparare cataloghi dei libri pubblicati, a volte anche con il relativo prezzo: il primo catalogo collettivo della famosa fiera libraria di Francoforte è del 1564. Nel Seicento, con la nascita dei periodici letterari e dei primi giornali d'informazione, la produzione editoriale si amplia e si diversifica. Comincia inoltre la produzione in serie di libri di medio livello e formato, offerti a prezzi accessibili: romanzi, testi teatrali, opere divulgative e religiose.
Alla fine del Settecento, con lo sviluppo tecnologico promosso dalla rivoluzione industriale e l'alfabetismo di massa che crea un gran numero di potenziali lettori, l'editoria conosce un nuovo slancio. Si diffondono le collane tascabili economiche, inaugurate dall'editore di Lipsia Reclam nel 1867 con La biblioteca universale, che proponeva i maggiori autori di tutti i tempi a prezzi popolari.
Alla fine del Novecento gli impetuosi sviluppi nel campo dell'informatica e delle comunicazioni in rete hanno rivoluzionato i modi di produzione, di diffusione e di fruizione dei prodotti editoriali; l'editoria elettronica e on line, il sistema della print on demand "stampa su richiesta", il libro elettronico sono le principali innovazioni associate a questa rivoluzione.
Per editoria elettronica si intende la pubblicazione di opere editoriali su supporti non più cartacei ma elettronici, come CD ROM e DVD, che possono essere letti su personal computer. Arricchiti di suoni e immagini ‒ sia fotografie sia filmati ‒ i testi diventano multimediali, associano cioè le potenzialità dei diversi mezzi di comunicazione.
Inoltre, grazie a una fitta rete di rinvii incrociati e collegamenti (link) tra gruppi di temi correlati, il testo diviene un ipertesto che ci consente di costruire a seconda dei nostri interessi una varietà di percorsi di lettura sia 'in verticale', cioè per successivi approfondimenti di un dato argomento, sia 'in orizzontale', cioè passando da un tema a un altro che presenti una qualche associazione col primo.
Per la possibilità di immagazzinare grandi quantità di dati in uno spazio ridotto e le opportunità di una lettura stratificata e interattiva offerte dai sistemi ipertestuali, le opere multimediali hanno avuto presto un vasto mercato, soprattutto per quanto riguarda dizionari, enciclopedie e testi didattici ed educativi.
La realizzazione di un'opera multimediale richiede l'intervento di vari professionisti ‒ grafici, fotografi, consulenti musicali ‒ e quindi una compartecipazione delle varie industrie che operano nei settori dell'editoria, dell'informatica e delle telecomunicazioni. Ciò ha portato alla concentrazione del mercato editoriale nelle mani di pochi gruppi, che alla produzione di libri affiancano quella della stampa periodica, dell'emittenza televisiva e dei prodotti multimediali.
Interessanti opportunità soprattutto per i piccoli e medi editori sono offerte dal cosiddetto sistema della stampa su richiesta, consentito dalle nuove tecnologie della stampa digitale. I testi in formato elettronico possono essere stampati su carta anche in un numero molto limitato di copie, in quantità proporzionate a una domanda specifica. In questo modo si riducono i costi di produzione e di magazzino, e si allenta l'inflessibile logica di mercato che sembra riconoscere il diritto di esistere solo ai potenziali best sellers cioè ai libri che sono o possono essere venduti in milioni di copie.
Continuano incessanti i tentativi di mettere a punto e commercializzare i cosiddetti libri elettronici, cioè testi scaricabili direttamente da Internet e leggibili su dispositivi elettronici. L'idea è quella di associare alle potenzialità della multimedialità e della ipertestualità alcune delle prerogative, pratiche ma anche psicologiche, che sembrano rendere insostituibili i libri su carta: maneggevoli e trasportabili ovunque, i libri stampati non consumano energia, stancano meno gli occhi, possono essere sfogliati, sottolineati, annotati; a differenza dei testi letti sullo schermo, hanno una 'fisicità' che ci consente di instaurare con essi un rapporto più immediato e diretto. I primi libri elettronici sono apparsi alla fine degli anni Novanta, ma i costi elevati e la scarsa maneggevolezza ne hanno ostacolato la commercializzazione. La sperimentazione però continua e si preannunciano nuovi modelli notevolmente perfezionati.
Il vertiginoso sviluppo della rete Internet a partire dalla seconda metà degli anni Novanta ha aperto nuovi orizzonti all'attività editoriale, soprattutto nel settore della stampa quotidiana e periodica. Giornali e riviste di vario tipo in moltissimi paesi sono oggi diffusi via Internet (in Italia nel 2000 i quotidiani on line erano già 40) e offrono la possibilità di usufruire di un servizio informativo aggiornato in tempo reale direttamente a casa o sul posto di lavoro.
Rispetto ai tradizionali giornali cartacei, i giornali in rete offrono tutti i vantaggi della multimedialità e di una struttura ipertestuale che consente al lettore di navigare all'interno del complesso di informazioni seguendo percorsi personali; molti giornali on line consentono anche l'accesso ad archivi e banche dati per approfondire determinati argomenti, o la consultazione di articoli apparsi in numeri precedenti.
Contrariamente alle fosche profezie di molti, la scomparsa definitiva dei prodotti editoriali tradizionali sembra un'eventualità ancora abbastanza lontana. Nonostante i probabili, ulteriori sviluppi della tecnologia e nonostante le nuove sfide poste dalle ultime generazioni dei libri elettronici, cartaceo e multimediale sembrano avviati verso una coesistenza pacifica anziché verso una lotta senza quartiere in cui uno dei due deve necessariamente soccombere. Ognuno dei due formati, infatti, presenta caratteristiche e vantaggi specifici, adatti a soddisfare esigenze diverse. E una diversificazione dei prodotti, del pubblico e dei canali di diffusione sembra essere la tendenza prevalente nell'editoria dell'inizio del Terzo millennio.