Medico ematologo statunitense (n. Mart, Texas, 1920). Ha compiuto studi innovativi sulle potenzialità terapeutiche del trapianto di midollo osseo nel campo delle malattie ematologiche. Nel 1990 ha ottenuto il premio Nobel per la medicina o fisiologia, insieme con I. Murray.
Laureatosi in medicina nel 1946 alla Harvard University, quando vi era presente I. Murray, ha svolto la sua attività di clinico e di sperimentatore in differenti istituzioni, inizialmente al Peter Bent Brigham Hospital di Boston (1951-55) e alla Columbia University di New York (1955-63), dove divenne professore associato di medicina e dalla quale passò alla Medical School della Washington University a Seattle. In quest'ultima sede è stato professore di medicina e direttore della divisione di oncologia; dal 1976 al 1989 è stato preposto con funzioni dirigenziali al Fred Hutchinson cancer research center di Seattle, e nel 1990 gli è stata riconosciuta la qualifica di "emerito".
A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta si è dedicato allo studio delle potenzialità terapeutiche, nel campo delle emopatie, di quello che sarebbe stato definito trapianto di midollo osseo, e che allora, con riferimento alla tecnica seguita, veniva denominato infusione endovenosa di tessuto midollare osseo, e costituiva un intervento di particolare complessità per la "duplicità" della reazione di rigetto cui dà luogo. Infatti, nel caso del midollo, a differenza di quanto avviene negli altri trapianti, oltre alle cellule immunitarie operano come agenti di rigetto anche le cellule presenti nel materiale donato, provocando una sorta di reazione autoimmune, la cosiddetta malattia del trapianto contro l'ospite o GvHD (dall'ingl. graft versus host disease). T. e i suoi collaboratori si applicarono a chiarire e a controllare la dinamica dei vari fattori attivi in questa fenomenologia immunitaria, ma nonostante il loro impegno e quello dei centri più o meno collegati al centro di Seattle e operanti sugli stessi temi in vari paesi dell'Occidente, per il suo particolare interesse all'anemia mediterranea (talassemia), furono necessari molti anni per realizzare un trattamento che, anziché limitarsi a fornire al malato un episodico miglioramento, riuscisse a indurre una pluriennale condizione di sufficiente benessere e, come tale, meritasse di essere considerato una vera e propria terapia.
Fra le opere: Bone marrow transplantation. Past, present and future (1990); Application of basic science to hematopoiesis and treatment of disease (1993); Bone marrow transplantation (in collab. con S. J. Forman e K. G. Blume, 1994).