Metodo elettroanalitico nel quale per effetto di una corrente elettrica al catodo o all’anodo di una cella di elettrolisi si forma un deposito di varia natura; dalla massa del deposito è possibile risalire alla quantità della specie che lo ha prodotto. Perché ciò sia possibile è però indispensabile che siano rispettate alcune condizioni che costituiscono il maggior limite nelle applicazioni della e.: il deposito deve essere chimicamente stabile, compatto, aderente, omogeneo, la reazione elettrodica deve essere unica e univocamente determinata. L’e. può essere eseguita a tensione applicata costante, a corrente costante, a potenziale controllato. Nell’ e. a tensione applicata costante la corrente di elettrolisi decade esponenzialmente, il che provoca un notevole aumento dei tempi per le analisi quantitative. Nell’ e. a corrente costante si supera questo inconveniente, ma ciò va a scapito della selettività del metodo, il che preclude la possibilità di questo tipo di analisi quando nella soluzione da analizzare siano presenti specie con potenziali di ossidazione (e. anodica) o di riduzione (e. catodica) vicini. L’ e. a potenziale controllato è più lenta ma più selettiva, consentendo la successiva deposizione di specie l’una dopo l’altra, senza interferenze: a tal fine è sufficiente aumentare, secondo un andamento opportuno, il potenziale dell’elettrodo di lavoro, non appena si è completata una deposizione.