In patologia, agglutinazione in senso stretto dei globuli rossi, in senso lato di elementi morfologici del sangue. L’e. può essere indotta da particolari anticorpi, come le emoagglutinine, di cui le più note sono gli anticorpi anti-eritrocitari (per es., le α e β agglutinine), le agglutinine da freddo (anticorpi di tipo IgM attivi al di sotto di 37 °C), le agglutinine calde (per lo più anticorpi di tipo IgG, attivi a 37-38 °C) e certi componenti di superficie di alcuni virus (mixovirus e paramixovirus). La produzione di anticorpi contro le glicoproteine componenti il capside di certi virus protegge dall’infezione virale. Gli studi hanno evidenziato che tali variazioni sono causate da mutazioni dell’RNA virale, che inducono sostituzioni amminoacidiche nella sequenza dell’emoagglutinina e, quindi, un cambiamento di struttura che deve essere nuovamente riconosciuto per avere una nuova reazione anticorpale.
Il fenomeno della e., che può essere anche indotto da virus, batteri, miceti, alcuni estratti vegetali, si spiega con la presenza, sulla superficie dei globuli rossi, di numerosi recettori capaci di reagire con sostanze di natura diversa e di indurre la coesione e la successiva sedimentazione delle emazie in agglomerati. La e. viene utilizzata in laboratorio per alcune prove diagnostiche rivolte a individuare particolari anticorpi, per es., nel test di Coombs (➔ R.R.A Coombs).