(o inarcatura) Superamento logico e sintattico del limite ritmico del verso, ottenuto con la collocazione nel verso successivo di un termine strettamente connesso ad altro del precedente (Ma sedendo e mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, G. Leopardi). Mentre poeti come Dante tendono a far coincidere l’unità metrica del singolo verso con l’unità sintattica e concettuale di una frase, di modo che ogni singolo verso ha un significato compiuto e autonomo, a partire dal Cinquecento e sempre più spesso nell’Otto e Novecento, i poeti spezzano i nessi unitari, sia per dare maggiore rilievo a singoli elementi dei versi, sia per creare una più intensa fluidità ritmica che modifichi la rigida e monotona scansione dei versi.