Variante normale di un cromosoma, non associata a nessun difetto a livello fenotipico. Per es., si presentano di grandezza variabile le zone eterocromatiche vicino al centromero dei cromosomi 1, 9, 16 e il braccio lungo del cromosoma Y. Variazioni nei diversi individui si possono anche notare nei satelliti del braccio corto dei cromosomi acrocentrici 21, 22, 13, 14 e 15. Tutte queste zone sono costituite da eterocromatina.
Presenza su una pianta di due tipi di organi di uguale valore morfologico. In un fiore si parla di eteropetalia quando vi sono più tipi di petali, come, per es., nei fiori zigomorfi; di eterosepalia se vi sono due tipi di sepali, come, per es., nelle poligale; di eterotepalia se vi sono più tipi di tepali, come, per es., nelle Orchidacee. Si chiama eterofillia la differenza di forma che si osserva tra le foglie di alcune piante, in rapporto spesso a fattori sia fisiologici interni sia ecologici; per es., Ranunculus aquatilis e altre piante acquatiche hanno foglie sommerse (idrofilli) finemente laciniate, e foglie emerse (aerofilli) con lembo intero o poco diviso. L’eterofillia si ha a livelli differenti del fusto. L’ eterorizia si riferisce alla presenza nella stessa pianta di due tipi di radici, diverse per aspetto e funzione; come nell’edera che, oltre alla radice normale sotterranea, porta sul fusto e sui rami numerose radici caulogene che hanno funzione di sostegno.
Nell’alternanza di generazione si dicono eteromorfiche le due generazioni quando hanno aspetto e sviluppo differenti, come, per es., nelle Laminarie.