(lat. Faunus) Antichissima divinità italica. Connesso strettamente con le selve, vi esercita le sue facoltà oracolari mediante messaggi verbali che fa udire a tutti restando invisibile (v. fig.); questa presenza sonora e verbale di F. è alla base degli appellativi Fatuus e Fatuclus (da fari, «parlare»). È identificato con Pan dagli scrittori greci. Risulta provocatore di visioni di sogno e di incubi per cui è chiamato anche Incubo.
F. si rivela come figura complessa di essere delle origini, partecipe della natura selvaggia del bosco e nello stesso tempo stimolatore di istituzioni culturali con cui, secondo Probo, avrebbe insegnato ai suoi concittadini un modo di vita più mite: sarebbe quindi da ascrivere alla categoria degli eroi culturali. Nelle tradizioni dei primi re latini fu detto figlio di Pico e nipote di Saturno, re del Lazio e padre di Latino. Avrebbe accolto sul Palatino Evandro alla sua venuta in Italia. Aveva a Roma un tempio nell’isola Tiberina eretto nel 194 a.C. Suoi attributi erano: la corona in capo, quale re, il corno da bere e la pelle di pantera come Liber pater, la clava come Ercole.
Le feste in onore di F., Faunalia, si celebravano il 5 dicembre. Nel Lupercale era un’immagine del dio rappresentato nell’abbigliamento dei suoi sacerdoti, nudo, cinto di pelle caprina; ma in genere è rappresentato in figura di Pan o di Satiro.