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Fedro

di Maria Vittoria Truini - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Fedro

Maria Vittoria Truini

Le favole della Roma antica

Nato schiavo, vissuto a Roma nella prima metà del 1° secolo d.C., Fedro è autore della più importante e apprezzata raccolta di favole della letteratura latina, in cui egli riprende e sviluppa il modello costituito dalle favole di Esopo. Poco apprezzato dai suoi contemporanei, fu riscoperto in età moderna; ammirato per il suo stile semplice ma efficace, a lui si ispirarono vari autori moderni

di favole

La vita e l'opera

Sulla vita di Fedro le uniche informazioni sono fornite da alcuni cenni presenti nella sua stessa opera: nato forse attorno al 20 a.C. (sotto l'impero di Augusto), visse sotto il principato di Tiberio, Caligola e Claudio; la sua morte deve essere avvenuta attorno al 50 d.C. Egli è uno dei pochissimi autori della letteratura latina di nascita non libera: originario della Tracia, regione della Grecia, era schiavo di Augusto, da cui fu liberato (le origini barbare e servili lo accomunano a Esopo); ebbe anche problemi giudiziari sotto il regno di Tiberio, forse ‒ come egli fa intendere ‒ perché le sue favole provocarono l'irritazione di Seiano, il crudele prefetto del pretorio di Tiberio.

L'insieme delle sue favole giunge a poco più di novanta, tutte in versi (in senari giambici, che sono i versi usati da precedenti autori di commedie latine, quali Plauto e Terenzio), divise in cinque libri. Tuttavia, molte favole, nel corso dei secoli, devono essere andate perdute; circa una trentina ci sono giunte fuori dalla sua raccolta, in una appendice messa insieme da un umanista del Quattrocento, Niccolò Perotto (per questo, si parla di Appendix Perottina).

Fedro seguace di Esopo

Nel prologo alla propria raccolta, Fedro dichiara esplicitamente di essersi ispirato al modello della favola esopica: "La materia che Esopo, il creatore della favola, ha trovata, io l'ho rifinita in versi senari. Doppio è il pregio di questo libretto: che suscita il riso e che insegna, con il suo consiglio, la vita dell'uomo prudente. Se poi qualcuno volesse dir male del fatto che gli alberi parlano, e non gli animali soltanto, si ricordi che noi scherziamo con favole inventate". Fedro è consapevole del valore letterario e morale delle proprie favole: esse, sì, divertono, ma trasmettono anche un messaggio morale. Infatti, come già in Esopo, ogni personaggio animale o vegetale (solo talvolta i personaggi delle favole sono uomini, tra i quali spicca Esopo stesso) rappresenta il simbolo di una qualità o, più frequentemente, di un difetto umano. In questo modo la favola illustra, con la sua trama, le regole che dovrebbero guidare o che guidano (non sempre secondo giustizia) il comportamento degli esseri umani: "l'uomo prudente", cui si riferisce Fedro, è colui che sa comprendere come va il mondo degli uomini e sa, perciò, evitarne i pericoli.

Fedro e gli umili

In modo ancora più netto, nel prologo del terzo libro Fedro presenta ed esalta la favola come il mezzo con cui i poveri e gli oppressi possono protestare contro le ingiustizie dei potenti, ma nascondendo tale protesta in un racconto apparentemente fantasioso: "Ora in breve spiegherò perché sia stato inventato il genere della favola. La schiavitù oppressa, poiché non osava dire ciò che avrebbe voluto, trasferì in favolette i propri sentimenti, ed evitò le accuse per mezzo di scherzose finzioni. Io ho trasformato i sentieri aperti da Esopo in una via e ho escogitato più storie di quante egli ne abbia lasciate […]. Il mio proposito non è accusare i singoli ma mostrare la vita così come è e i comportamenti degli uomini". È chiaro che, quasi sempre, i comportamenti umani che egli illustra sono la prepotenza, l'arroganza, la vuota superbia, la stupidità e la vanità.

Il lupo e l'agnello

Non a caso, la prima favola della raccolta è dedicata al prepotente che cerca di presentarsi come vittima proprio per giustificare la propria violenta aggressione: il lupo che beve allo stesso ruscello dell'agnello, ma più in alto, lo accusa di intorbidargli l'acqua; quando l'agnello osserva che ciò è impossibile, perché egli si trova più in basso, il lupo tira fuori un altro pretesto, accusando l'agnello di aver parlato male del lupo, sei mesi prima. "Rispose l'agnello: "Ma io non ero ancora nato!" "Per dio ‒ dice il lupo ‒ è tuo padre che parlò male di me". E così, lo afferra e lo sbrana, uccidendolo contro giustizia. Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con ingiuste accuse".

Vedi anche
Esòpo Esòpo ‹eʃ-› (gr. Αἴσωπος, lat. Aesüpus). - Favolista greco, di lui si sono conservate circa 400 narrazioni appartenenti a questo genere letterario. Presso i Romani la favola esopica, volgarizzata e accresciuta da Fedro, servì ad usi scolastici, come poi la raccolta di Aviano fra il 4° e il 5° sec. d. ... favola Breve narrazione per lo più in versi. Quando si parla di favola come genere letterario, ci si riferisce comunemente a quella i cui caratteri fondamentali furono segnati già da Esopo e universalmente diffusi da Fedro: essenziale è che essa racchiuda una verità morale o un insegnamento di saggezza pratica ... verso letteratura In poesia, unità di discorso avente una struttura metrica e un disegno ritmico e delimitata da una pausa virtuale, di solito isolata, nella tradizione grafica occidentale, mediante un a capo o uno spazio. 1. Aspetti generali del verso classico Il verso è un’entità formata da più piedi ... Jean de La Fontaine La Fontaine ‹la fõtèen›, Jean de. - Poeta e favolista francese (Château-Thierry, Champagne, 1621 - Parigi 1695). È ricordato soprattutto per le Favole (1668-94); ispirate di frequente da quelle di Esopo e di Fedro e caratterizzate da uno stile preciso e nitido, esse - spesso chiuse da un'esplicita morale ...
Indice
  • 1 La vita e l'opera
  • 2 Fedro seguace di Esopo
  • 3 Fedro e gli umili
  • 4 Il lupo e l'agnello
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • LETTERATURA LATINA
  • ROMA ANTICA
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Altri risultati per Fedro
  • Fedro , figlio
    Dizionario di filosofia (2009)
    Fedro Figlio (seconda metà del sec. 5° a.C.) di Pitocle. Appartenente al demo attico di Mirrinunte, fu ricco e bellissimo. Fu della cerchia di Socrate, ma non propriamente un suo allievo. Pieno di entusiasmo, amante del bello, la sua personalità si rileva dai dialoghi di Platone Protagora, Simposio ...
  • Fèdro
    Enciclopedia on line
    Favolista latino (sec. 1° d. C.). Poco sappiamo della sua vita. Originario della Macedonia, fu a Roma liberto di Augusto; poi sotto il regno di Tiberio, dopo aver composto i primi due libri di favole, subì un processo intentatogli da Seiano, ma ne dovette uscire indenne o quasi perché continuò a scrivere ...
  • FEDRO
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Favolista latino, autore di una raccolta di favole esopiche scritte in trimetri giambici. Egli stesso afferma nel prologo del III libro (v. 17-19) di essere un greco della Pieria. Dovette essere trasportato in Italia da fanciullo al tempo di Augusto, in condizione di schiavo, e da Augusto stesso dovette ...
Vocabolario
iperurànio
iperuranio iperurànio agg. e s. m. [dal gr. ὑπερουράνιος, comp. di ὑπέρ «sopra» e οὐράνιος «celeste»]. – Che sta sopra i cieli: mondo, spazio i. o, come s. m., con iniziale maiusc., l’Iperuranio, lo spazio al di là delle sfere celesti che,...
parturient montes, nascetur ridiculus mus
parturient montes, nascetur ridiculus mus ‹partùrient ... ridìkulus ...› (lat. «i monti avranno i dolori del parto, nascerà un ridicolo topo»). – Verso di Orazio (Ars poetica, v. 139) che, con allusione a una favola esopica che sarà poi...
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