Attori dilettanti che, organizzati in complessi più o meno stabili, svolgono attività continuativa senza alcun fine di lucro. Acquistano fisionomia e caratteristiche proprie a partire dal 18° sec. quando, associandosi in accademie, si differenziano chiaramente dai dilettanti per il carattere particolare della loro attività in connessione con il sorgere di organismi popolari con finalità sociali. Nell’età napoleonica, si costituiscono le società d’incoraggiamento e di perfezionamento dell’arte drammatica, in pieno fiore poi per tutto il 19° sec.; tra le più celebri, la Società del teatro patriottico (1796), poi dal 1805 Accademia dei f. di Milano, con teatro proprio; l’Accademia f. torinese; l’Accademia dei fidenti di Firenze; la Filodrammatica romana ecc. Mentre scarsa o nulla del tutto fu la loro influenza sul repertorio, grande fu il loro merito come vivai di attori: le compagnie più rinomate e importanti erano infatti generalmente dirette da attori ritiratisi dalle scene e alle loro recite spesso prendevano parte attori professionisti.
L’attività dei f. è stata particolarmente fervida in Gran Bretagna, dove (dal 1881) speciale carattere hanno le rappresentazioni del teatro classico greco e latino nei grandi centri universitari.