Uomo politico e generale acheo (n. Megalopoli 252 a. C. circa - m. in Messenia 184 a. C.). Si distinse nella battaglia di Sellasia contro Cleomene III (222): fatto stratego (208), vinse, a Mantinea, Macanida signore di Sparta. Rieletto stratego (206 e 201), durante la seconda guerra dei Romani contro i Macedoni propugnò una neutralità piuttosto benevola verso la Macedonia, temendo l'incremento della potenza romana. Quando la Lega si alleò con i Romani, si allontanò: rieletto stratego al ritorno (193), tentò vanamente di soccorrere Gizio assediata da Nabide re di Sparta, poi invase la Laconia. I Romani indussero allora F. e Nabide a una lunga tregua: ma assassinato Nabide e scoppiata una lotta fra Spartani ed Etoli, F. ne approfittò per indurre gli Spartani a entrare nella Lega achea. Seguirono dei torbidi e l'intervento romano in Laconia, finché gli Spartani ripresero le armi mentre F. era stratego per la quinta e sesta volta (190 e 189). Allora F. invase la Laconia e costrinse gli Spartani a sottostare alle leggi comuni degli Achei. Ribellatasi Sparta con Messene, invase (183-82) con la cavalleria la Messenia, ma cadde prigioniero e fu costretto a darsi la morte per veleno.