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La peculiare collocazione geopolitica della Finlandia affonda le radici nella storia del paese. Dopo oltre sette secoli di dominazione svedese e russa, la Finlandia ha ottenuto l’indipendenza solo nel 1917 e da allora ha promosso la neutralità internazionale come strumento utile alla conservazione della propria integrità territoriale e sovranità. Nel corso della seconda metà del 20° secolo la neutralità finlandese si è tradotta in una politica di non allineamento, fondata sul Trattato di amicizia, cooperazione e assistenza tecnica del 1948 con l’Unione Sovietica. Con esso, pur non entrando a far parte del blocco militare filo-sovietico, la Finlandia si impegnava a difendere il proprio territorio da un attacco da parte della Germania o di paesi ad essa alleati, e a difendere il territorio sovietico in caso di attacco attraverso la Finlandia stessa. Parallelamente, Helsinki si impegnava a non entrare a far parte di alleanze dirette contro l’Unione Sovietica. Questa intesa ha permesso alla Finlandia di mantenere buoni rapporti con il suo potente vicino, pur conservando istituzioni democratiche e collaborando attivamente con i meccanismi di cooperazione occidentali – dal Fondo monetario internazionale (Imf) e l’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Oecd) alla Comunità economica europea (Eec).
Con il declino e la successiva scomparsa dell’Unione Sovietica, il paese ha perseguito una più risoluta politica di avvicinamento al blocco occidentale. Pur mantenendo forti legami commerciali con la Russia, la Finlandia ha presentato domanda di adesione alla Comunità Europea nel 1992 ed è entrata a farne parte nel 1995 (il referendum dell’ottobre 1994 ha registrato il 57% a favore dell’adesione e il 43% contro). Dal 1999 essa è inoltre parte dell’Unione economica e monetaria (Emu) ed è l’unico paese dell’Europa del nord ad aver adottato l’euro. Oggi la politica estera e di sicurezza finlandese punta sulla partecipazione alla Politica estera e di sicurezza comune europea (Cfsp) e sulla cooperazione multilaterale. Ciò non ha tuttavia implicato la rinuncia alla neutralità del paese. Pur avendo preso parte, dopo il 1994, al programma Partnership for Peace della Nato e avendo inviato le proprie truppe in missioni internazionali di peacekeeping, Helsinki non ha infatti avanzato domanda di ammissione all’Alleanza atlantica.
Le relazioni con gli Stati Uniti, che durante la Guerra fredda hanno sostenuto la neutralità finlandese e il legame con l’occidente, sono buone. Importanti sono anche i legami con la Svezia, di cui la Finlandia è stata parte per più di sei secoli prima di essere ceduta alla Russia. L’eredità svedese si riflette in parte sulle istituzioni politiche finlandesi, inoltre lo svedese è una delle lingue ufficiali del paese. La Finlandia coopera poi con Svezia, Danimarca, Islanda e Norvegia nell’ambito del Consiglio nordico, cui ha aderito nel 1955.
Sebbene la costituzione finlandese del 1919 definisca una forma di governo semi-presidenziale, negli anni Ottanta è stata avviata una riforma costituzionale che ha ridotto i poteri del presidente e che si è conclusa con la definizione dell’attuale assetto: una repubblica parlamentare nella quale il presidente ‘dirige la politica estera in collaborazione con il governo’, come stabilisce la nuova costituzione del 2000. Le elezioni parlamentari del 2011 hanno visto l’ascesa del partito nazionalista e antieuropeista True Finns, che è diventato il terzo partito del paese, conquistando 39 seggi e il 15% di voti in più rispetto alle precedenti elezioni del 2007. Il nuovo governo, guidato dal leader del Partito di coalizione nazionale (Kansallinen Kokoomus, Kok) Jyrki Katainen, forma una coalizione con altre forze minori, come accade di norma nel paese. Il peso dei nazionalisti nel legislativo rende però la situazione politica più instabile rispetto al passato.
I finlandesi sono poco più di cinque milioni e vivono prevalentemente nella regione meridionale del paese, dove è situata la capitale Helsinki (che ospita circa un decimo della popolazione); la densità (17,5 ab./km²) è comparabile a quelli degli altri paesi del Nord Europa. Il tasso di crescita della popolazione è basso (0,38% tra il 2005 e il 2010) e la popolazione sta lentamente invecchiando.
Nella zona settentrionale del paese vive la minoranza indigena sami, diffusa anche anche nella regione settentrionale della Svezia e della Russia e tradizionalmente si dedica alla pesca e all’allevamento di renne. I Sami sono meno dell’1% della popolazione finlandese e ad essi è garantita l’autonomia culturale dalla costituzione finlandese, nonché il sostegno economico dallo stato.
La maggior parte della popolazione (89%) appartiene alla Chiesa Evangelico Luterana e vi è una minoranza greco-ortodossa. Queste due chiese sono considerate chiese di stato e ricevono fondi pubblici derivanti dalle entrate fiscali, anche se i cittadini possono decidere di non contribuire a tali fondi.
La Finlandia è stata il primo paese europeo a concedere il voto alle donne nel 1906 e il primo paese al mondo a permettere loro di candidarsi alle elezioni. Nel governo attuale 12 ministri su 20 sono donne; allo stesso tempo, però, le donne sono retribuite meno degli uomini a parità di condizioni.
Nel 2010 il governo ha riconosciuto l’accesso a internet tramite banda larga come un diritto per tutti i finlandesi.
La Finlandia dà grande importanza alla partecipazione nelle organizzazioni multilaterali. Membro delle Nazioni Unite dal 1955, il paese ha inviato numerose truppe alle missioni di peacekeeping già dal 1956 e i finlandesi sono tra i maggiori contributori pro capite a tali missioni. Helsinki ha inoltre ospitato la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce) nel 1973, conclusasi con l’Atto finale di Helsinki nel 1975; la Conferenza ha rappresentato un foro multilaterale di dialogo tra Est e Ovest e, con la fine della Guerra fredda, si è trasformata nell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Più recentemente, la Finlandia ha avviato con la Tanzania il ‘Processo di Helsinki sulla globalizzazione e la democrazia’, al fine di creare un foro di dialogo sulle dinamiche della globalizzazione. Come il processo di Helsinki degli anni Settanta rappresentava un ponte tra Est e Ovest, l’attuale processo mira a collegare Nord e Sud. Infine, il finlandese Martti Ahtisaari ha vinto il Premio Nobel per la pace nel 2008, per i notevoli sforzi compiuti in numerosi continenti e per più di tre decenni nella risoluzione dei conflitti internazionali.
La Finlandia ha un pil pro capite piuttosto elevato, attestatosi a 34.650 dollari nel 2009. Nel primo decennio degli anni Duemila l’economia del paese è cresciuta fino al 4,9% rispetto al 2007, ma la crisi ha segnato una forte battuta d’arresto (circa −7,8% nel 2009), anche se già nel 2010 si è registrata una ripresa sostenuta (2,9%).
L’economia finlandese è strettamente legata alle risorse derivanti dalle foreste. Più di due terzi del territorio finlandese è coperto da foreste (in gran parte proprietà di privati) e, di conseguenza, la tradizionale industria della lavorazione del legname è uno dei settori principali dell’industria e del commercio. Nel 2008 circa il 10% delle esportazioni di prodotti legati alle foreste sul totale mondiale provenivano dalla Finlandia, in particolare carta, cartone, polpa di cellulosa. Grazie all’impiego di tecnologie avanzate, le riserve di legname sono recentemente aumentate e la Finlandia partecipa attivamente alle iniziative internazionali dirette alla tutela delle foreste.
Altro settore di punta dell’economia finlandese è quello delle tecnologie di informazione e comunicazione. Negli anni Novanta questo settore ha registrato un notevole sviluppo e riveste ora una quota preponderante delle esportazioni. Il settore è dominato dalla Nokia, uno dei maggiori produttori mondiali di cellulari. Oltre ai prodotti legati alla telefonia mobile, il paese produce radio, televisioni e attrezzature per la comunicazione.
La maggior parte degli scambi commerciali della Finlandia è diretta verso l’Unione Europea, in particolare Germania, Svezia e Regno Unito. La Russia, fino agli anni Novanta il principale partner commerciale, è tuttora uno dei paesi che forniscono alla Finlandia le risorse energetiche di cui ha bisogno, non essendo provvista di riserve di petrolio, carbone e gas.
Il consumo pro capite di energia finlandese è tra i più elevati al mondo a causa dei lunghi inverni, che aumentano il fabbisogno energetico per il riscaldamento, e dell’energia richiesta dalle industrie. Il paese importa petrolio e gas ma produce energia rinnovabile e nucleare. Nel 2008 il consumo di energia rinnovabile raggiungeva il 26% (costituito per l’84% da biomasse, per il 16% da energia idroelettrica, e per lo 0,3% da altre fonti), mentre il nucleare ammontava al 17%. Nel 2010 il parlamento ha deciso di costruire altre due centrali nucleari, che andranno a sommarsi alle quattro già funzionanti e ad una quinta attualmente in costruzione.
Nonostante sia un paese relativamente piccolo, la Finlandia ha un esercito rilevante, composto di 22.600 militari in servizio e 350.000 riservisti. La leva militare è obbligatoria per gli uomini – che possono però scegliere il servizio civile – e volontaria per le donne.
La Finlandia partecipa alla Politica di sicurezza e di difesa europea (Csdp) e mira a un suo rafforzamento, così come a una maggiore cooperazione tra Unione Europea e Nato. Allo stesso tempo, essa promuove il rafforzamento della cooperazione multilaterale e del diritto internazionale. La Finlandia ha contribuito alla International Security Assistance Force (Isaf) in Afghanistan sin dal 2002. Inoltre, il paese ha inviato le proprie truppe in Kosovo dal 1999, con la missione Nato Kfor, e in Ciad e nella Repubblica Centrafricana, con la missione delle Nazioni Unite Minurcat.