Figlio (San Miniato 1401 - Milano 1466) di Muzio Attendolo Sforza e della sua concubina Lucia; avviato all'arte militare dal padre, ventenne fu viceré di Calabria, poi riconquistò, al comando delle truppe ereditate dal padre (1424), Napoli per la regina Giovanna II, partecipando quindi alla lotta finale contro Braccio da Montone. Passato al servizio di Filippo Maria Visconti, batté i Veneziani, poi, d'accordo col duca, ostile a Eugenio IV, si trasferì nello Stato pontificio, impadronendosi della Marca d'Ancona e di varie terre dell'Umbria, sicché il papa, per evitare il peggio, lo fece marchese della Marca e gonfaloniere della Chiesa per le terre umbre occupate. Creatosi così uno stato proprio, fu al servizio dei Veneziani, preoccupandosi però di non colpire a fondo Filippo Maria, alla cui successione mirava. Ma il duca, che gli aveva promesso in moglie la propria figlia naturale Bianca Maria, tentò di sbarazzarsi di lui, spingendolo alla conquista dell'Abruzzo contro Alfonso d'Aragona, mentre incaricava Niccolò Piccinino di invadere le Marche. Lo Sforza però riuscì a risolvere la situazione a suo favore alleandosi con Venezia, in guerra col Visconti, liberando Brescia, attaccando il dominio visconteo, e obbligando infine Filippo Maria a dargli la figlia in sposa (ott. 1441). Ma ancora Filippo Maria fece invadere le Marche dal Piccinino; e lo Sforza si trovò contro, oltre il duca, Alfonso d'Aragona e il papa. Allora, puntando tutto sul ducato, rinunciò alle Marche (1447). Morto Filippo Maria e creatasi la Repubblica Ambrosiana, ebbe da questa affidato il comando dell'esercito milanese, col quale batté a Caravaggio i Veneziani (14 sett. 1448). Ma, avvertendo la diffidenza dei governanti della Repubblica, si accordò con Venezia e si volse contro Milano, che occupò il 26 febbraio 1450. Continuò poi la guerra contro Venezia, staccatasi da lui già nel 1449, finché la pace di Lodi del 1454 gli assicurò definitivamente il dominio di Milano. In seguito occupò Savona e tutta la Riviera, e nel 1464 s'impadronì di Genova, giovandosi dell'alleanza col re di Francia Luigi XI. Grande condottiero, fu anche principe capace; abbellì Milano, favorì la cultura e fece costruire il naviglio della Martesana (1457-60).