Uomo politico francese (n. Rouen 1954). Esponente del Partito socialista francese (PSF), ne è stato segretario nazionale (1997-2008), con un programma riformista che risentiva dell’esperienza del New Labour inglese. Respinto nel febbraio 2010 l'incarico di primo presidente della Corte dei Conti propostogli dal presidente in carica N. Sarkozy, nell'ottobre 2011 si è imposto su M. Aubry riscuotendo oltre il 56% delle preferenze alle primarie del partito socialista indette per designare il candidato alla presidenza della Repubblica in vista delle elezioni del 2012. Nel gennaio 2012, a tre mesi dalle consultazioni, ha presentato un programma volto ad abbassare il deficit pubblico al 3% attraverso un innalzamento del carico fiscale sui redditi più elevati, una tassazione differenziata per le aziende e la separazione dell'attività bancaria commerciale da quella speculativa. Al primo turno delle elezioni, tenutesi nel mese di aprile, H. ha riscosso il 28,63% dei consensi contro il 27% di Sarkozy, mentre al ballottaggio svoltosi nel maggio successivo ha ottenuto il 52% delle preferenze, divenendo presidente della Francia e riportando la sinistra all'Eliseo dopo diciassette anni. Le elezioni amministrative tenutesi a giugno hanno consolidato il successo del partito socialista, che con i suoi alleati più stretti, Radicaux de gauche e Divers gauche, ha ottenuto la maggioranza assoluta (50,3%) dei voti all'Assemblea nazionale conquistando 314 seggi su 577, ciò che ha permesso a H. di avviare riforme senza dover negoziare alleanze con altri partiti. Nel settembre 2012, a quattro mesi dalla sua ascesa all'Eliseo, è stata varata per il 2013 una finanziaria da 30 miliardi di euro, volta a ridurre il deficit del Pil dall'atttuale 4,5 al 3% elevando le aliquote per i grandi patrimoni e i redditi medio-alti, stabilendo sgravi per quelli più bassi e apportando drastici tagli alla spesa pubblica. Nonostante queste misure, l’aggravarsi della crisi economica e l’incapacità di adottare soluzioni in grado di promuovere la crescita hanno prodotto nel biennio successivo una forte erosione dell’appoggio popolare alla politica del partito socialista di H., che al secondo turno delle amministrative tenutosi nel marzo 2014 con un astensionismo elevatissimo (38,5%) ha registrato una pesante sconfitta perdendo 151 città, mentre la destra gollista della Union pour un movement populaire di Sarkozy è divenuta il primo partito e il Front national di M. Le Pen ha confermato la sua ascesa raggiungendo il 6,84% dei suffragi e conquistando 14 municipi. In politica estera H. ha adottato misure più interventiste rispetto ad altri leader europei nei confronti dei conflitti mediorientali, soprattutto in Siria, ciò esponendo il Paese a una serie di attentati rivendicati dall'IS, quali quelli verificatisi a Parigi nel gennaio e nel novembre 2015 e a Nizza nel luglio 2016; l'assenza di una strategia adeguata in risposta alla minaccia del terrorismo ne ha ulteriormente corroso i consensi dell'uomo politico, che non si è ricandidato alle elezioni presidenziali del 2017. Nel maggio 2017 gli è subentrato nella carica il centrista E. Macron.