Scrittore provenzale (Maillane, Bocche del Rodano, 1830 - ivi 1914), premio Nobel per la letteratura nel 1904. Sull'esempio di J. Roumanille prese a verseggiare nel linguaggio nativo, con un poema di imitazione virgiliana, Li Meissoun ("Le raccolte", 1848). Ebbe parte attiva nella rinascita della cultura provenzale che era a base del programma dell'associazione del Félibrige, fondata nel 1854. Nel 1859 pubblicò Mirèio ("Mirella"), poema ispirato alla terra di Provenza; seguirono Calendau (1867), Nerto (1884), novella in versi di tono semplice e scherzoso, Lou pouèmo dóu Rose ("Il poema del Rodano", 1897). Pubblicò inoltre un dramma, La rèino Iano ("La regina Giovanna", 1890), e due volumi di liriche: Lis iselo d'or ("Le isole d'oro", 1875) e Lis oulivado ("La raccolta delle olive", 1912). La poesia di M., specie nei due suoi capolavori Mirèio e Lou pouèmo dóu Rose, sta nella capacità di rievocare la natura e le costumanze della Provenza, vivificandole del senso religioso di un legame che stringe l'uomo all'ambiente dove esso è nato. M. attese pure a una vasta opera di carattere filologico, il vocabolario della lingua provenzale intitolato Lou tresor dóu felibrige (2 voll., 1879-86), e si dedicò attivamente allo studio dell'etnografia e del folclore provenzali sia attraverso gli scritti sia con una imponente raccolta di materiale (museo di Arles).