(ingl. Georgia) Stato federato degli USA (152.576 km2 con 9.544.750 ab. nel 2007), tra la catena appalachiana e la costa atlantica; capitale Atlanta. Le coste sono basse, estese le zone paludose. Fiumi principali sono il Savannah, il Chattahoochee e l’Altamaha. Il clima è subtropicale presso la costa, più fresco a N. Le piogge sono abbondanti; frequenti gli uragani lungo la costa e i tornados verso l’interno. Centri principali sono Savannah, Columbus, Augusta e Macon. L’agricoltura riveste una importanza essenziale (cotone, tabacco, frutta e arachidi). Notevole l’allevamento di pollame, suini e bovini. Modeste le risorse minerarie. Diffuse le industrie tessili, alimentari, chimiche e di lavorazione del legname. Altri settori di produzione riguardano le costruzioni automobilistiche, aeronautiche e aerospaziali. Molto sviluppato anche il terziario. Bene attrezzata la rete di comunicazioni. In progressiva affermazione è anche il turismo.
Deriva il nome da Giorgio II, re d’Inghilterra (1727-60); fu l’ultima colonia britannica a essere fondata in America (1732) e l’unica sorta per iniziativa diretta del governo inglese, che la costituì a difesa contro gli Spagnoli della Florida e i Francesi della Louisiana. La guerra d’indipendenza trovò in G. sostenitori anche nel campo governativo, ma solo nel 1780 i rivoluzionari ebbero il sopravvento sull’esercito britannico. Nel 1802 furono ceduti i territori posti a O del Chattahoochee, che entrarono a costituire i nuovi Stati federali dell’Alabama e del Mississippi. Ribellatasi nel 1861 all’Unione, la G. partecipò fin dall’inizio con il famoso reggimento Georgia Volunteers alla guerra civile, che vi ebbe fasi decisive. Nel 1870 fu riammessa a far parte del Congresso federale.