(lat. Gepidae) Popolazione di stirpe gotica, stabilitasi a metà del 3° sec. d.C. nella regione dei Carpazi. Sottomessi dagli Unni, alla morte di Attila (453) riconquistarono la libertà e occuparono la regione attorno al Tibisco. Nemici degli Ostrogoti e sconfitti (489) da Teodorico, in seguito lottarono con i Longobardi, insediatisi in Pannonia e alleati degli Avari. La morte in battaglia (567) di re Cunimondo segnò la fine del regno. Una parte dei G. rimase nelle proprie sedi sotto il dominio degli Avari, altri raggiunsero Costantinopoli o seguirono i Longobardi in Italia.
Le conoscenze sul costume dei G. sono ancora lacunose, tuttavia molti dati sono forniti dagli scavi archeologici. Sono stati portati alla luce numerosi insediamenti, laboratori di ceramica, abitazioni (dimore ravvicinate nei villaggi o masserie isolate), necropoli (Mád, Tiszalök, Székely, Balsa, Barabás; ricchi corredi funebri, in gran parte del 5° sec.). Pregevoli fermagli e fibule ad arco (Bügelfibeln) sono rappresentativi dell’arte gepida del 6° sec., sviluppatasi su base locale. Il vasellame denota la presenza di diverse componenti. Dalla provincia Pannonia Sirmiensis, conquistata di nuovo nel 6° sec., si diffusero in tutta la Gepidia i ‘moderni’ vasi a sacchetto e la decorazione a stampo, che prevalsero poi in maniera quasi assoluta nella produzione ceramica.