Filosofo neoplatonico (n. Calcide, Celesiria, 250 circa - m. 330 circa). Fu l'iniziatore della scuola neoplatonica di Siria. Scolaro del peripatetico Anatolio e poi di Porfirio, influì fortemente sullo sviluppo del neoplatonismo plotiniano e porfiriano, accentuando in esso il motivo religioso e teologico da un lato, e quello matematico e geometrico dall'altro, e introducendo, sia nel campo ontologico sia in quello etico, una minuta sistemazione e graduazione gerarchica delle realtà intermedie tra l'uno e il molteplice, secondo un ricorrente schema triadico. Oltre a molti frammenti, restano di lui, citati col titolo in latino, cinque libri della stessa opera principale Συναγωγὴ τῶν Πυϑαγορείων δογμάτον; De vita Pythagorica; Protrepticus o Adhortatio ad philosophiam; De communi mathematicae scientia; In Nicomachi arithmeticam introductio; Theologumena arithmeticae, e l'opera De mysteriis. Delle opere perdute la più notevole doveva essere la Χαλδαικὴ τελειοτάτη ϑεολογία ("Teologia caldaica"). Negli scritti di matematica di G. si trovano notizie preziose sull'aritmetica greca, in particolare su un metodo, detto da G. epantema, usato da Timarida di Paro per risolvere un problema che si traduce oggi in un particolare tipo di sistema di n equazioni lineari in altrettante incognite.