Maschera piemontese (detta in dialetto Giandouja, da Gioan d’la douja «Giovanni del boccale»). Impersona il contadino rozzo di modi, di lingua arguta e di cuore generoso. La sua patria è Callianetto presso Asti dove ha il suo ‘ciabot’ o casa di campagna. Indossa tricorno, parrucca con il codino volto all’insù, giubbone marrone orlato di rosso, panciotto a righe colorate, calzoni corti verdi, calze rosse, scarpe con fibbie, ampio mantello e l’inseparabile ombrellone verde. Durante il Risorgimento mutò in parte il suo carattere e divenne simbolo della fermezza del popolo piemontese. Verso la fine del 19° sec. fu il principale personaggio del carnevale di Torino. Come marionetta ebbe anche un suo teatro, il d’Angennes di Torino.
Sua moglie Giacometta porta una larga veste scura con lunghe maniche, mezzi guanti, ampia sottana, scialle di pizzo, grembiule fiorato, in testa una cuffia, ornata da un gran pizzo ovale.