Pittore, architetto e scenografo italiano (Torino 1909 - Roma 1972). Dopo avere intrapreso gli studi di architettura si avvicinò alla ricerca pittorica, aderendo nel 1928 al gruppo futurista torinese ed esordendo con due quadri fuori catalogo presentati al Parco del Valentino di Torino su invito di E. Prampolini. In quegli anni fu presente nelle principali esposizioni del gruppo, dalla mostra milanese del 1929 alla galleria Pesaro all’Esposizione Internazionale di Barcellona dello stesso anno, dove ottenne il primo riconoscimento ufficiale per la scenografia. Trasferitosi a Parigi su stimolo dell’amico Fillìa, che lo aveva convinto della necessità di prendere contatto con le avanguardie europee, vi soggiornò tra il 1930 e il 1935, frequentando lo stesso Prampolini, G. Severini e gli astrattisti, e realizzando in collaborazione con gli scrittori T. Cordero e G. Martina il lungometraggio Vitesse (1930-31), unica testimonianza rimasta delle sperimentazioni cinematografiche del movimento. Presente alla Biennale di Venezia del 1932, O. vi espose opere dal tratto sintetico e dalle forme epurate, pienamente ascritte ai canoni dell’astrattismo. Dopo una breve parentesi aeropittorica, tornò ad aderire nuovamente ai canoni espressionisti, mentre a partire dal secondo dopoguerra sperimentò un linguaggio pittorico dalle cifre stilistiche arcaiche e primitiviste. Nel dopoguerra svolse l’attività di architetto ed arredatore, per ritornare negli anni Cinquanta alla pittura con una particolare rivisitazione del periodo parigino e con la creazione di un nuovo ciclo, quello delle "presenze umane". Tra gli anni Cinquanta e Sessanta sue opere vennero esposte in numerose personali, tra le quali vanno citate la mostra tenutasi alla Galleria Medusa di Roma (1964), l’antologica allestita presso la Galleria Rizzato-Whitwort di Milano (1966) e l’esposizione dei lavori del periodo parigino ospitata alla Galleria Donatello di Palermo (1971). Intensa anche la sua attività editoriale: caporedattore delle riviste Città nuova, Natura e Città futurista, fu collaboratore di quotidiani quali Il Secolo XIX e L’Ambrosiano. Un Catalogo generale delle opere di Giuseppe (Pippo) Oriani è stato pubblicato nel 2009 a cura di G. Lista e M. Margozzi.