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Giustiniano

di Antonio Menniti Ippolito - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Giustiniano

Antonio Menniti Ippolito

L'imperatore che promosse la raccolta di tutte le leggi del diritto romano

Per quasi quarant'anni, nel 6° secolo, Giustiniano resse con grande impegno ed energia le sorti dell'Impero Romano d'Oriente. La sua eredità più duratura fu il riordinamento del diritto romano nel Corpus iuris civilis ("Corpo del diritto civile"). Dante, nel VI canto del Paradiso, lo celebra come il restauratore della decaduta autorità imperiale

presa del potere e riforma delle leggi

Giustiniano nacque in Macedonia nel 482. Era nipote dell'imperatore d'Oriente Giustino I, il quale, dopo essersi gravemente ammalato, il 1° aprile 527 lo associò al potere. In quello stesso giorno Giustiniano sposò Teodora, donna di bassa condizione sociale ma di grande bellezza e intelligenza.

Nell'agosto successivo Giustino morì e Giustiniano venne così a trovarsi da solo sul trono. Fu un imperatore attivissimo, tanto da essere definito re insonne dai contemporanei. Suo fine fu quello di restaurare l'Impero Romano nella sua integrità, rafforzandone le strutture interne, garantendone l'unità religiosa, recuperando i territori perduti a opera dei Barbari (barbariche, invasioni).

Per prima cosa Giustiniano mise ordine nelle leggi dell'Impero. In sei anni, a partire dal 528, una commissione di giuristi realizzò il Corpus iuris civilis ("Corpo del diritto civile"), una raccolta di leggi e di commentari che divenne il testo giuridico di riferimento dell'Europa continentale almeno fino al 19° secolo. L'opera si componeva di tre parti: nel Codice giustiniano, promulgato nel 529, vennero riunite e aggiornate le leggi emanate dai predecessori di Giustiniano (questa raccolta doveva sostituire altri codici in vigore risolvendo così contraddizioni e confusioni); nel Digesto o Pandette furono presentate le sentenze e i pareri dei maggiori giuristi romani al fine di fornire esempi autorevoli a chi era chiamato a interpretare la legge; nelle Istituzioni, infine, venivano presentati i principi fondamentali del diritto a uso delle scuole. Al Corpus iuris civilis venne affiancata, col nome di Novelle, la raccolta delle nuove costituzioni emanate dallo stesso Giustiniano.

La questione religiosa

L'imperatore lottò con forza contro pagani, ebrei ed eretici. I pagani dovevano convertirsi, pena la confisca dei beni; se fossero tornati alla fede antica sarebbero stati giustiziati. Nel 529, nel quadro della campagna antipagana, Giustiniano dispose la chiusura della Scuola filosofica di Atene. Per quel che riguarda gli ebrei ne tollerò i culti, ma ridusse i loro diritti di sudditi. Gli eretici (eresia), ossia i cristiani che dissentivano dai principi della Chiesa cattolica, furono esclusi da ogni carica civile e militare e i loro templi furono chiusi. Le misure repressive colpirono soprattutto gli ariani; con i monofisiti, i quali sostenevano che l'unica natura di Cristo era quella divina e non anche quella umana, fu più aperto, pure perché sua moglie Teodora era vicina a tale eresia. Cercò con essi una conciliazione, attirandosi le critiche dei papi con i quali ebbe duri scontri. I contrasti lo spinsero a convocare a Costantinopoli nel 553 un concilio ecumenico, ma malgrado i suoi sforzi le dispute dottrinali non si sopirono affatto.

Pericoli interni e riconquista dell'Italia

Al contrasto religioso si affiancava lo scontro politico, reso più aspro dai sacrifici che le iniziative imperiali imponevano ai sudditi. Radicata a Costantinopoli era la contrapposizione tra due fazioni, quella dei Verdi (monofisiti) e quella degli Azzurri (ortodossi nel campo della religione), che avevano preso il nome dai due gruppi di tifosi che si contrapponevano nell'ippodromo. Nel 532 la rivalità tra le due parti si tramutò in una rivolta che mise in pericolo la vita di Giustiniano. La repressione che ne seguì causò circa 30.000 morti. Scampato il pericolo, Giustiniano avviò una serie di campagne militari per ricostituire l'integrità dell'Impero. Il suo generale Belisario nel 533-534 strappò l'Africa settentrionale ai Vandali e poco dopo mosse contro i Goti in Italia. Nel 536 le sue truppe entrarono a Ravenna, ma il conflitto, noto come Guerra gotica, si rivelò più impegnativo del previsto e si concluse solo nel 552. Poco dopo i Bizantini acquisirono anche il controllo su alcune regioni della Penisola Iberica. A Oriente Giustiniano contenne con successo i Persiani. La morte lo colse nel 565.

Vedi anche
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