Linguista (Gorizia 1829 - Milano 1907); prof. (dal 1861) all'Accademia scientifico-letteraria di Milano; socio nazionale dei Lincei (1875). Coltivò dapprima i più svariati campi della glottologia (Studî orientali e linguistici, I-III, 1854-61; Zigeunerisches, 1865; Studî ario-semitici, 1865, intesi a dimostrare la comune origine dell'indoeuropeo e del semitico), ma poi si restrinse sempre più all'indagine delle lingue indoeuropee e a studî glottologici neolatini. Notevoli sono, nell'ambito indoeuropeo, i suoi Corsi di glottologia (1870), coi quali poneva, e risolveva in parte, il problema delle diverse serie di velari attribuibili all'indoeuropeo comune, nonché gli Studî critici (due voll., 1861, 1877). Nel primo volume dell'Archivio glottologico italiano, da lui fondato nel 1873, pubblicava il Proemio, poi più volte ristampato in edizione separata per la sua importanza ai fini del superamento della secolare questione della lingua, e i magistrali Saggi ladini sull'origine e l'unità dei dialetti ladini della Svizzera e dell'Italia. Seguirono, nell'Archivio, gli Schizzi francoprovenzali e l'importante saggio sintetico su L'Italia dialettale. Del 1887 sono le Lettere glottologiche in cui esponeva la sua dottrina del sostrato come causa dei mutamenti linguistici, e difendeva una visione storicamente orientata delle leggi linguistiche, inaugurando così una tradizione storicistica rimasta sempre dominante nella glottologia italiana.