Bartolomeo Alberto Cappellari (Belluno 1765 - Roma 1846), poi fra Mauro Cappellari; creato cardinale e prefetto di Propaganda (1826) da Leone XII, alla morte di Pio VIII fu eletto papa (1831) mentre la rivolta contro il governo pontificio minacciava Roma. L'intervento austriaco e la successiva reazione francese imposero allo Stato pontificio la tutela di Vienna e Parigi fino al 1838. Nonostante le pressioni delle grandi potenze, G. non intraprese riforme sul piano interno. Nel campo dottrinale condannò le dottrine di La Mennais (enciclica Mirari vos, 1832) e quelle del tedesco G. Hermes (1835).
Entrato a 18 anni tra i camaldolesi di Murano (Venezia) e ordinato sacerdote, nel 1799 pubblicò Il trionfo della Santa Sede, in difesa del potere temporale e dell'infallibilità pontificia. La sua ascesa cominciò con Leone XII, che lo creò cardinale (1826) e prefetto di Propaganda. Alla morte di Pio VIII, dopo un laborioso conclave (14 dic. 1830 - 2 febbr. 1831), fu eletto papa mentre la rivolta contro il governo pontificio, scoppiata a Bologna, si estendeva rapida fin quasi alle porte di Roma. Represso il moto con le armi austriache, l'intervento austriaco nelle Legazioni portò all'occupazione francese di Ancona (1832) e lo Stato pontificio dovette subire la duplice tutela fino al 1838. Nulla fece G. XVI per sanare le piaghe del dominio temporale e per soddisfare il memorandum del 21 maggio 1831, in cui le grandi potenze gli tracciavano un piano di riforme amministrative; nei rapporti internazionali (cui non giovò la sostituzione alla segreteria di Stato, nel 1836, del card. T. Bernetti con L. Lambruschini) il pontefice si trovò ad affrontare gravi contrasti con varî paesi europei (rottura diplomatica con la Spagna e il Portogallo, 1835-40; urto con la Prussia per i matrimonî misti e con la Russia per la persecuzione zarista contro gli uniati ruteni e i cattolici).