Architetto (Modena 1624 - Milano 1683). Esponente del barocco piemontese, formatosi sullo stile borrominiano si distaccò in seguito dall'architettura classica e da quella contemporanea; i suoi edifici non mirano all'unità, ma a un sorprendente collegamento di parti individualmente distinte, nelle quali ogni norma tradizionale è sistematicamente contraddetta. Fu attivo a Torino dal 1666 nella costruzione di S. Lorenzo, iniziata nel 1634 e poi sospesa, nel 1668 fu nominato da Carlo Emanuele II (1634-75) suo ingegnere e matematico e gli fu commessa la cappella della Sindone. Autori di vari trattati, tra cui si ricordano il Modo di misurar le fabbriche e Architettura civile (postumo, 1737).
Teatino (1639), fece il noviziato a Roma. Tornato a Modena (1649-55) vigilò con il padre Castagnini alla costruzione di S. Vincenzo e dell'annesso convento. Nel 1655, dopo aver insegnato filosofia, fu eletto preposto, ma per contrasti col principe Alfonso dovette lasciare Modena. Nel 1660 era a Messina, dove aggiunse una facciata concavo-convessa all'Annunziata (distrutta nel terremoto del 1908) e fece il progetto della chiesa dei Somaschi, noto da una sua incisione. Di questo periodo è anche una tragicommedia morale, La pietà trionfante. Nel 1662 tornò per poco a Modena, donde fu chiamato a Parigi, dove progettò S. Anna Reale per i teatini, interrotta e poi ripresa nel 1714 (distrutta nel 1820). Ivi insegnò teologia e pubblicò i Placita philosophica (1665), in cui è difesa la concezione geocentrica dell'universo. Fu probabilmente anche in Spagna e a Lisbona era sua la chiesa di S. Maria della Divina Provvidenza, distrutta nel terremoto del 1755. Nel 1666 G. giunse a Torino; prestò la sua opera alla costruzione di S. Lorenzo, iniziata nel 1634 e poi sospesa; nel 1668 fu nominato da Carlo Emanuele suo ingegnere e matematico e gli fu commessa la cappella della Sindone. Di questo periodo sono il Modo di misurar le fabbriche e il trattato di Fortificazioni. Nel 1678 ampliò il palazzo di Racconigi e nel 1679 iniziò, per i gesuiti, il Collegio dei nobili, ora Accademia delle scienze; progettò inoltre la chiesetta di S. Maria di Altötting a Praga. L'opera civile più importante di questo periodo è il palazzo Carignano. Progettò inoltre la Porta del Po, il santuario di Oropa e la chiesa di S. Filippo. Tardi progetti non eseguiti sono quelli per S. Nicola a Vicenza, S. Filippo a Casale Monferrato, S. Gaetano a Nizza Monferrato (costruita più tardi con disegni del Vittone); d'interesse maggiore è il tabernacolo di S. Nicolò a Verona, realizzato da C. e G. B. Ranghieri. Tornato a Modena nel 1680, vi attese al completamento del Palazzo ducale. Negli ultimi anni il G. fu impegnato nella stesura della Matematica celeste (2 voll.). Tre anni dopo la sua morte uscirono a Torino i Disegni di architettura civile ed ecclesiastica, anticipazione dell'Architettura civile, che fu pubblicata da B. Vittone nel 1737. Malgrado i suoi rapporti stilistici col Borromini (lo studio matematico delle volte, l'uso delle costolature), la sua rottura con l'architettura classica e con quella contemporanea è radicale. Egli studiò certamente l'architettura romanica, nei suoi aspetti strutturali più vicini all'ingegneria armena (Sagra di San Michele, Casale Monferrato), in Sicilia e in Spagna poté conoscere l'architettura islamica. Grande la sua influenza anche in Austria e in Spagna.