sociali, guerre Le guerre insorte, nell’antichità greco-romana, tra membri di una stessa confederazione (in latino socius «alleato, confederato»).
Presso i Greci, la guerra s. combattuta tra il 357 e il 354 a.C. portò al dissolvimento della seconda lega navale attica a causa della defezione da Atene di alcune tra le più potenti alleate (Rodi, Coo, Chio, Bisanzio); nella guerra s. degli Achei (219-217 a.C.), Filippo V di Macedonia guidò con successo la lotta degli Achei e dei loro alleati (Macedoni, Tessali, Beoti ecc.) contro Etoli, Elei, Spartani e Cretesi.
In Italia, la guerra s. degli anni 90-88 a.C. oppose gli alleati italici a Roma, restia a concedere quei diritti che i socii rivendicavano in virtù del contributo dato all’affermazione del predominio romano nel mondo. Scoppiata nel Piceno, la rivolta antiromana coinvolse tutta l’Italia centro-meridionale: i ribelli si riunirono in federazione ed elessero a capitale Corfinio, che chiamarono Italica. La guerra, malgrado la partecipazione dei più valenti comandanti romani (Mario, Silla, Pompeo Strabone) e gli aiuti dei provinciali (Iberici, Galli, Africani), fu inizialmente favorevole ai ribelli: Roma allora concesse la piena cittadinanza agli Italici fedeli (90) e a quelli che si sottomettevano (89). La rivolta si indebolì dopo la vittoria di Pompeo Strabone ad Ascoli (89), la capitolazione dei Marsi e l’assedio di Nola (88); alcuni focolai perdurarono sino all’80 circa a.C.