guerriglia
Imboscate, sabotaggi e attentati
La guerriglia ("piccola guerra" nella lingua spagnola, che ha inventato il termine) è un tipo di lotta armata condotta da parte di gruppi irregolari che non possono combattere frontalmente un nemico più forte e organizzato quale quello composto da truppe regolari bene armate e addestrate. Le azioni più caratteristiche della guerriglia sono i sabotaggi, le imboscate, i piccoli scontri a fuoco e gli assalti improvvisi
Pur avendo precedenti nel mondo antico, la guerriglia ha assunto una sua fisionomia nella Spagna degli inizi del 19° secolo durante la resistenza popolare all'invasione napoleonica iniziata nel 1808. Successivamente, essa è diventata l'alternativa violenta cui hanno fatto ricorso gruppi politici radicati nella popolazione, ma illegali agli occhi del potere dominante, nel tentativo di lottare contro l'occupazione straniera del territorio nazionale o contro le autorità anche nazionali da essi non riconosciute.
Nel 20° secolo, in special modo, la guerriglia ha spesso accompagnato la guerra tra Stati combattuta tra eserciti regolari. A essa hanno fatto ricorso nel tempo gruppi politici prevalentemente spinti da motivazioni nazionali e indipendentistiche in vista della liberazione del loro paese. Pur nell'assoluta sproporzione di forze, la guerriglia è riuscita in diversi casi a sconfiggere anche nemici militarmente molto più forti: la ragione consiste essenzialmente nella difficoltà che un esercito regolare incontra a contrastare azioni, improvvise e organizzate segretamente, che colpiscono ora qua e ora là, senza che i loro autori possano essere individuati. Il guerrigliero si rafforza quando gode dell'aiuto spontaneo di una parte importante della popolazione civile, che ne approva l'azione, lo protegge e ne sostiene gli obiettivi.
La strategia della guerriglia è estremamente complessa poiché si fonda sulle specifiche condizioni locali: configurazione del territorio, violenza dell'occupante, capacità di mobilitazione popolare. Essa consiste in azioni di portata limitata ‒ come sabotaggi, attentati, imboscate ‒ o azioni di logoramento che possano essere eseguite da piccoli gruppi capaci di disperdersi subito dopo l'azione. I principi che sorreggono questo tipo di azioni coraggiose e spericolate sono decisivi ai fini del successo di un movimento di guerriglia: molto sovente quest'ultima è stata considerata come la fase militare di un processo rivoluzionario che precede la conquista del potere politico, in stretta analogia strategica (ma con una netta differenziazione politica) con la guerra partigiana o di liberazione. Questa, infatti, si contraddistingue per il suo inquadramento in una situazione di guerra internazionale tra Stati.
Non si devono confondere guerriglia e terrorismo, che si differenziano per essere la prima un'azione tendenzialmente di massa e popolare e il secondo un'azione estremistica ed elitaria. Altra manifestazione è la guerriglia urbana, formula alla quale si fa ricorso per descrivere manifestazioni di protesta che sfociano in scontri violenti ma limitati tra gruppi di contestatori e forze dell'ordine, e non sono contraddistinte da un complessivo e globale progetto di conquista del potere.
Sia nella sua manifestazione originaria spagnola sia nella sua manifestazione più nota (la guerra del Vietnam, 1964-75), la guerriglia è riuscita nell'intento di sovvertire le previsioni relative all'esito di uno scontro tanto asimmetrico come quello che si determina tra un esercito regolare e gruppi di combattenti volontari, poco armati ma coraggiosi e molto motivati. Essa è così entrata nei manuali di strategia, dando vita persino a studi sulla cosiddetta contro-guerriglia, che elabora le tecniche con le quali le forze regolari possono contrastare, con azioni molto simili, quelle irregolari dei guerriglieri.
Riflessioni sulla guerriglia sono presenti anche negli scritti teorici dei leader storici dei movimenti di liberazione nazionale, da Mao Zedong al generale Giap, famoso stratega della guerra del Vietnam e dell'offensiva del Tet che, all'inizio del 1968, determinò la sostanziale vittoria dei Vietcong contro l'esercito statunitense. Anche il mondo latino-americano ha conosciuto diverse manifestazioni di guerriglia, la più celebre tra le quali rimane quella che portò Fidel Castro e Che Guevara alla conquista di Cuba nel 1959.