Pittore francese (Le Cateau 1869 - Vence, Nizza, 1954). Tra i più importanti artisti del 20° sec., ha aperto la strada a un tipo d'arte che non si accontenta della fedele riproduzione della realtà; le sue forme sintetiche e libere e i suoi colori vibranti hanno influenzato generazioni di artisti in Europa e in America. Tra le sue opere più felici vanno citate Lezione di piano (1915-16) e Interno a Nizza (1917); grafico e decoratore, di grande interesse sono anche le sue sculture, dalle prime, influenzate da A. Rodin e A. Maillol, alla serie Nudo di schiena (1909-30).
Compiuti studî di diritto, nel 1890 cominciò a interessarsi alla pittura; poi, trasferitosi a Parigi, frequentò l'École des arts décoratifs e l'Académie Julian; nel 1895 fu accolto nello studio di G. Moreau. All'inizio del nuovo secolo la sua ricerca da una parte seguì le tracce dell'arte di P. Cézanne, dall'altra fu attratta dal neoimpressionismo; ma già in Gioia di vivere (1906, Merion, Fondazione Barnes) le ampie campiture cromatiche mostrano una ricerca di linguaggio pittorico di rottura nei confronti della tradizione postimpressionista, che appare vicina alla ricerca di M. de Vlaminck, A. Marquet, A. Derain, G. Braque, cioè del gruppo di pittori conosciuti come i fauves. Il colore sempre meno naturalistico, l'eliminazione della tridimensionalità e soprattutto la piena autonomia pittorica conferita all'immagine, sono le caratteristiche fondamentali della ricerca di M., già individuate con acutezza da G. Apollinaire (1907), che nello stesso tempo notava anche la raffinatezza e la preziosità della sua cultura. Nel 1908 M. aprì una scuola e, nelle Notes d'un peintre (1908), chiarì il suo ideale dell'arte come equilibrio, purezza, "tranquillità". Intorno al 1913 M. risentì dell'esperienza cubista, nella costruzione di uno spazio più geometricamente inteso, pur mantenendo la sua originale preferenza per i rapporti cromatici accesi. Tra il 1915 e il 1916 dipinse tra l'altro Lezione di piano (New York, Museum of modern art) e I Marocchini (ibid.). Del 1917 è il già citato Interno a Nizza (Copenaghen, Statens Museum), che M. considerava tra i suoi quadri più felici. Da una stilizzazione sempre più spinta che riduce le forme a linee essenziali, i cui morbidi arabeschi s'incarnano nel colore, M. sembrò ritornare, nel decennio tra il 1920 e il 1930, a composizioni di tipo più tradizionale (periodo delle Odalische e degli Interni neri). Dopo numerosi viaggi in Italia, Spagna, Germania, Gran Bretagna e Russia, nel 1931, dopo un soggiorno di tre mesi a Tahiti, M. si recò negli Stati Uniti, dove ebbe l'incarico della decorazione della Fondazione Barnes a Merion (52 metri di decorazione sul tema della danza; una prima versione, scartata per uno sbaglio di dimensioni, fu acquistata dal comune di Parigi). Stabilitosi a Vence nel 1939, si dedicò con particolare interesse alla grafica: illustrò, tra l'altro, Pasiphaé di H. de Montherlant (1944) e Les Fleurs du Mal di Ch. Baudelaire (1947) e pubblicò Jazz (1947), dove elaborò pensieri, immagini, improvvisazioni ritmiche e cromatiche, nelle quali appaiono i primi risultati della tecnica dei papiers découpés, cui si dedicò negli ultimi anni (La lumaca, 1953, Londra, Tate Gall.). Tra il 1949 e il 1951 M. s'impegnò con particolare intensità nella decorazione e nell'arredo della cappella dei domenicani di Vence dedicata alla Vergine del Rosario.