Figlio (Giarabub 1890 - Cairo 1983) di Muḥammad al-Mahdī, si oppose senza successo alla dominazione italiana sulla Cirenaica. In esilio dal 1923, dopo la seconda guerra mondiale ottenne, con l'aiuto inglese, la corona di Libia, divenuta regno costituzionale indipendente (1951). Fu deposto (1969) dal colpo di Stato di M. al-Qadhdhāfī (Gheddafi).
Alla morte del padre (1902), data la sua giovane età, gli fu anteposto, quale capo della confraternita dei Senussi, il cugino Aḥmad ash-Sharīf. Ma quando questi, durante la prima guerra mondiale, si ritirò dalla vita politica della Libia, egli rimase a capo dello stato senussita. In tale qualità, strinse con l'Italia gli accordi di Àcroma (1917) e Regima (1920), che parvero avviare un condominio italo-senussita sulla Cirenaica, ma rimasero infruttuosi e furono superati dalla riaffermazione con le armi della diretta sovranità italiana; dopodiché egli lasciò la Libia (1923). Durante la seconda guerra mondiale, entrata l'Italia in guerra contro la Gran Bretagna, I. formò un corpo arabo-libico al servizio britannico, e (1942) ottenne l'impegno ufficiale inglese di una restaurazione della sovranità senussita sulla Cirenaica. Le vicende politiche del dopoguerra allargarono tale programma sino all'erezione dell'intera Libia a regno costituzionale indipendente, sotto lo scettro appunto di I. che inaugurò nel 1951 la vita del nuovo stato non senza interni contrasti. I. condusse in Libia una politica di solidarietà araba, ma questo non gli impedì di mantenere un atteggiamento cauto durante la crisi arabo-israeliana del giugno 1967. Nel sett. 1969 fu deposto da un Consiglio rivoluzionario formato da giovani ufficiali, guidati dal col. M. al-Qadhdhāfī (Gheddafi) che proclamò la Repubblica araba libica. I. si ritirò in Egitto.